Diocesi: mons. Zuppi (Bologna), “il rinnovamento non avviene solo per decreto amministrativo, ma da una prospettiva missionaria”

“Il rinnovamento non avviene solo per decreto amministrativo, ma soprattutto coinvolgendo e valorizzando le risorse esistenti in una prospettiva missionaria”. Lo scrive l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi, nella lettera pastorale dal titolo “Non ci ardeva forse il cuore?”, che sarà presentata stasera alle 20.45 nella Casa della cultura e della memoria di Marzabotto. Il presule indica alcuni numeri per quantificare la crisi di vocazioni. “Un terzo dei nostri presbiteri ha più di settantacinque anni, alcuni preti hanno sette parrocchie”. Con inevitabili ricadute: “Qualche comunità si sente abbandonata; altre hanno cercato di rendere questa assenza una risorsa”. La risposta a queste difficoltà, secondo mons. Zuppi, risiede nell’apertura delle porte. “Tutta la Chiesa, popolo di discepoli-missionari, trova la sua identità nell’uscire più che nel riassetto interno. C’è una ‘conversione pastorale’ da realizzare – sottolinea citando Papa Francesco -, dal ricevere all’uscire, dall’aspettare che vengano all’andare a cercare. Non possiamo rifugiarci in una minoranza chiusa e spaventata, che ha paura e si protegge dal mondo, ma possiamo diventare una comunità gioiosa, forte della Parola che sceglie di parlare con tutti”. L’arcivescovo mette in guarda da un rischio: “La Chiesa è ancora troppo clericale. I sacerdoti sono necessari, nel loro servizio indispensabili. Ma quello che serve a loro e a tutti è una Chiesa popolo e famiglia di Dio, è una Chiesa comunione. Quindi non laici clericalizzati o clero laicizzato, ma corresponsabilità e comunione”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa

Informativa sulla Privacy