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Comece: Chiese, associazioni e comunità religiose possono “contribuire a tutte le politiche e alla legislazione europea”

(Bruxelles) L’impegno della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) a “rafforzare il dialogo tra la Chiesa e le istituzioni pubbliche”, rilanciato con forza al recente congresso di fine ottobre “(Ri)pensare l’Europa”, ha avuto una tappa importante nei giorni scorsi a Tallin (16-17 novembre), dove la Comece ha organizzato con le altre Chiese e l’attuale presidenza dell’Ue un congresso sul ruolo della religione e delle Chiese nell’Unione europea. Ne riparla un comunicato diffuso da Bruxelles in cui la Comece sottolinea l’importanza “dell’autonomia della Chiesa” e “la tutela dei rapporti Chiesa-Stato negli Stati membri sulla base dell’articolo 17 del Trattato sull’Ue”. La Comece “ha accolto con favore il coinvolgimento della presidenza estone nella co-organizzazione di questo evento”, si legge nella nota stampa: “è una pratica da ripetere, sviluppare e migliorare” anche nel senso di “andare oltre le questioni legate alla religione” perché effettivamente le Chiese e le associazioni o comunità religiose possano “contribuire a tutte le politiche e alla legislazione dell’Ue”. Dal segretariato Comece arriva anche la notizia di un incontro che si è svolto a Bruxelles con il patriarca siro-cattolico di Antiochia Ignatius Joseph III Younan e l’arcivescovo di Aleppo mons. Antoine Chahda, sulla “drammatica situazione del popolo siriano e iracheno” e sulle “difficoltà della minoranza cristiana in un contesto di instabilità, violenza e intolleranza”.

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