Laicato aggregato: card. Bassetti, “ogni associazione, gruppo, movimento deve sentirsi sempre responsabile del corpo a cui appartiene”

“Se la Chiesa è corpo di Cristo, voi siete al servizio della comunione della Chiesa”. Lo ha affermato questa mattina il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, rivolgendosi ai membri della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal) riuniti in assemblea a Roma. Il presidente della Cei ha indicato alcuni compiti affidati alle aggregazioni laicali e alla Consulta. Innanzitutto “il confronto con la Parola di Dio, a cui siamo tutti chiamati”. Poi “l’essere Chiesa in uscita”, impegnarsi nell’“annuncio del Vangelo, che è primario rispetto alla stessa catechesi”. “Occorre – ha proseguito – riscoprire la missione del laico cattolico alla luce del Concilio Vaticano II, soprattutto di ‘Lumen Gentium’ e ‘Apostolicam Actuositatem’”. Per Bassetti è poi “necessario comprendere e vivere la sinodalità, che vuol dire due cose: camminare insieme e camminare sulla stessa strada”. “La sinodalità – ha precisato – è il modo concreto di essere Chiesa, non solo di svolgere i compiti”. E bisogna riscoprire “la collegialità, che è il modo in cui vivere la sinodalità”. “Le nostre Chiese – ha notato – sono vasi comunicanti”, per cui “siamo ‘condannati’ a vivere la collegialità” anche perché questa “si oppone al clericalismo”. “Tutti i ministeri della Chiesa – ha rilevato – non possono essere concentrati su poche persone, ma pochi ministeri su moltissime persone”. Il cardinale ha poi sottolineato come “ogni associazione, gruppo, movimento deve sentirsi sempre responsabili del corpo a cui appartiene”. Per questo “avere il senso dell’insieme è molto importante”. Bassetti ha richiamato poi al fatto che “il Papa ci invita al primo annuncio” anche perché “i nostri ragazzi non conoscono Gesù, non sanno cos’è l’Eucaristia”. “Occorre valorizzare il tessuto connettivo della vita cristiana attraverso la dimensione della carità”, ha indicato ancora il presiedente della Cei, invitando a “sviluppare una pastorale che si prenda veramente a cura la fragilità umana, quella dei giovani, delle famiglie, dei poveri, dei migranti”. Così come è importante che “i laici siano stimolanti per noi pastori; dovete pungolarci, spingerci”. Serve anche “mettersi in una prospettiva diversa dal passato, il che implica una conversione pastorale” che aiuti a superare “il rischio che si sviluppi una struttura eccessivamente burocratica”. “L’Evangelii gaudium”, con il “richiamo all’apertura di processi”, ha notato, “può darci un colpo d’ala”. Bassetti ha anche rilevato che “gli organismi laicali forse vanno un po’ ripensati perché siano meglio coordinati e lavorino insieme”.

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