Azione Cattolica: mons. Semeraro (Albano), “sinodalità apporta a tutti i livelli un reale arricchimento”

“Il concilio Vaticano II ha seminato dei germi di sinodalità o di conciliarità a tutti i livelli nella Chiesa. Il lascito è che non ci siano più parrocchie, e nemmeno diocesi, senza consiglio pastorale, non più nazioni senza Conferenza episcopale. Questa sinodalità apporta a tutti i livelli un reale arricchimento. Perché da una parte, ogni responsabile gerarchico si vede circondato da un consiglio, dall’altra i responsabili si vedono chiamati a ritrovarsi regolarmente per un esercizio collegiale della loro responsabilità. In altre parole, il Vaticano II ha così contribuito al passaggio da una Chiesa che riunisce concilii a una Chiesa che vive conciliarmente”. Lo ha detto mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano e segretario del Consiglio dei cardinali, Intervenendo questa mattina a Roma alla due giorni “Ascoltare per camminare. L’Acr per un nuovo protagonismo di tutti i battezzati”, il seminario di programmazione che l’Azione Cattolica dei ragazzi ha promosso per la giornata di oggi e domani al Pontificio Collegio Spagnolo. Parlando di fronte a oltre 200 ragazzi, mons. Semeraro ha ricordato le parole pronunciate da Papa Francesco nell’ottobre del 2015 in occasione del 50° d’istituzione del Sinodo dei Vescovi, sottolineando l’urgenza per gli organismi ecclesiali di “rimanere connessi col basso e partire dalla gente, dai problemi di ogni giorno”, unica via affinché possa “prendere forma una Chiesa sinodale”. “Questi strumenti che qualche volta procedono con stanchezza – ha affermato il vescovo di Albano – devono essere valorizzati come occasione di ascolto e condivisione. Papa Francesco immagina due movimenti che danno forma alla sinodalità: uno che va dall’alto, ossia dai luoghi istituzionali della responsabilità, verso il basso e l’altro che dal basso, ossia dai problemi di ogni giorno, risale verso l’alto”.

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