Uganda: l’impegno del missionario altoatesino fr. Fischnaller tra i profughi del Sud Sudan

Migliaia sono le persone che oggi vivono nel campo profughi di Moyo. Molte sono quelle che fino a poche settimane fa frequentavano la missione di fr. Erich Fischnaller, il comboniano di origini altoatesine da anni impegnato in Sud Sudan. E lui, che si è preso cura di quella gente, aiutandola per anni a rimettersi in piedi dopo la guerra civile, oggi continua a stare loro accanto. Maglietta a righe e cappellino blu in testa, come suo solito, continua a “trasformare” il frutto della generosità dei donatori altoatesini in sacchi di mais e riso, legumi, olio, sale, pesce, sapone e beni di prima necessità. Alimenti oggi indispensabili per combattere il nemico più grande, nel campo profughi di Gulu: la fame. Nel campo profughi di Moyo, nel nord dell’Uganda, fa molto caldo. E la terra riarsa dal sole non riesce a dare quel poco necessario a saziare le migliaia di persone che nei mesi scorsi, con l’acuirsi del conflitto interno in Sud Sudan, sono state costrette a lasciare tutto quello che avevano, le loro case, i loro terreni coltivati e i loro animali, per trovare rifugio e salvezza a poche centinaia di metri al di là del confine, in Uganda. In questi giorni il direttore dell’ufficio missionario della diocesi di Bolzano-Bressanone, Wolfgang Penn, si trova in Uganda, insieme all’altoatesino Hubert Hofmann, per verificare direttamente sul campo in che modo essere d’aiuto a fr. Fischnaller e alla sua missione. “La fame in queste zone è spaventosa”, commenta Penn. Quello che sta vedendo in questi giorni va ben oltre quanto poteva mai immaginarsi. Lo si capisce dai brevi messaggi che riesce a inviare a Bolzano da quelle regioni. Fischnaller fa la spola tra i centri della grande distribuzione dove acquista alimenti e beni di prima necessità e i campi profughi dove li distribuisce alla gente.

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