Papa Francesco: a conferenza internazionale sindacati, “siate esperti in solidarietà e non lasciatevi corrompere”

foto SIR/Marco Calvarese

“I sindacati e i movimenti di lavoratori per vocazione devono essere esperti in solidarietà”. È l’invito con cui si conclude la lettera inviata dal Papa a conclusione della conferenza internazionale delle organizzazioni sindacali, in cui Francesco mette in guardia da “tre tentazioni”, se si vuole raggiungere l’obiettivo dello “sviluppo solidale”. La prima è quella dell’individualismo collettivista, che porta a “proteggere solo gli interessi di quanti rappresentate, ignorando il resto dei poveri, emarginati ed esclusi dal sistema”. “Occorre investire in una solidarietà che vada oltre le muraglie delle vostre associazioni, che protegga i diritti dei lavoratori, ma soprattutto di quelli i cui diritti non sono neppure riconosciuti”, ammonisce il Papa: “Fate giustizia insieme, ma in solidarietà con tutti gli emarginati”. La seconda esortazione è a guardarsi “dal cancro sociale della corruzione”: “È terribile – l’immagine stigmatizzata da Francesco – la corruzione di quelli che si dicono sindacalisti, che si mettono d’accordo con gli imprenditori e non si interessano dei lavoratori lasciando migliaia di colleghi senza lavoro; questa è una piaga che mina le relazioni e distrugge tante vite e tante famiglie. Non lasciate che gli interessi illeciti rovinino la vostra missione, così necessaria nel tempo in cui viviamo. Siate fattori di solidarietà e di speranza per tutti. Non lasciatevi corrompere!”. La terza richiesta del Papa ai sindacati è di non dimenticarsi del loro “ruolo di educare coscienze alla solidarietà, al rispetto e alla cura”. “La consapevolezza della crisi del lavoro e dell’ecologia esige di tradursi in nuovi stili di vita e politiche pubbliche”, spiega Francesco: “Per dar vita a tali stili di vita e leggi, abbiamo bisogno che istituzioni come le vostre coltivino virtù sociali che favoriscano il fiorire di una nuova solidarietà globale, che ci permetta di sfuggire all’individualismo e al consumismo, e che ci motivino a mettere in discussione i miti di un progresso materiale indefinito e di un mercato senza regole giuste”.

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