Giornata mondiale pace: mons. Tomasi (Santa Sede), “prudenza negli accordi per limitare flussi migranti se c’è rischio di violazioni diritti”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Bisogna essere molto prudenti perché gli accordi con i Paesi del Nord Africa, del Medio Oriente e altri che coinvolgono i richiedenti asilo e i migranti per limitare i flussi verso l’Europa rischiano di dimenticare i diritti umani fondamentali di queste persone, spesso violati nei campi di detenzione dove sono parcheggiati”. Lo dice al Sir mons. Silvano Maria Tomasi, del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, commentando alcuni passi del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace che si celebrerà il 1° gennaio 2018, presentato oggi in Sala Stampa vaticana. “È giusto tener presente l’equilibrio da mantenere tra immigrati e bene della comunità che li riceve – afferma mons. Tomasi – ma non dobbiamo chiudere gli occhi e il cuore davanti alla realtà. Noi che stiamo meglio e che abbiamo la possibilità di farlo, dentro i limiti in cui possiamo realmente farlo, senza mascherarci dietro facili egoismi, dobbiamo cercare di aiutarli e dare una risposta positiva”. Nel messaggio il Papa invita a non fomentare la paura nei confronti dei migranti a fini politici  seminando “violenza, discriminazione razziale e xenofobia” ma anche a trovare un equilibrio tra il bene dei migranti e delle comunità. “Non si possono semplicemente ignorare le paure della gente, bisogna prenderne atto e dare una risposta ragionevole ed intelligente – sottolinea mons. Tomasi -. L’esperienza e l’evidenza mostrano quanto, a lungo andare, la migrazione diventi un bene per gli immigrati, per i Paesi di accoglienza e per i Paesi di partenza. Dobbiamo gestire intelligentemente questo fenomeno. Questo è il primo passo da fare”. Inoltre, prosegue, “dobbiamo creare una mentalità che conosca realmente quello che sta avvenendo nel processo di migrazione: le ragioni per cui la gente scappa via dal proprio Paese perché lì non trova le condizioni per vivere dignitosamente”. “Dobbiamo mostrare solidarietà verso queste persone – precisa -, tenendo conto che il bene comune domanda un equilibrio tra il bene delle comunità che ricevono i migranti e le necessità di chi arriva in cerca di un futuro migliore”.

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