#CongressoFidae2017: Porcarelli (pedagogista), “per scuola cattolica prospettiva personalista e strategie didattiche coerenti”

Quattro i “pilastri” necessari per la scuola del XXI secolo, indicati nel Rapporto Delors: imparare a conoscere, a fare, ad essere, a vivere insieme. Parte da qui Andrea Porcarelli, docente di pedagogia generale e sociale all’Università degli studi di Padova, nel suo intervento alla tavola rotonda in corso stamattina a Roma nell’ambito della secondo giornata del congresso della Fidae (Federazione istituti di attività educative), “Quale scuola per il XXI secolo? Educatori e ragazzi del terzo millennio a confronto” che si chiude domani. In tale contesto, osserva, si colloca anche la cosiddetta “sfida delle competenze”. Per il pedagogista, “il mondo della scuola cattolica è chiamato a raccogliere tali sfide ‘in scienza e coscienza’, ovvero esercitando quella saggezza pedagogica che si fonda su un’antropologia che si richiama al Vangelo”. Soffermandosi sul tema delle competenze, Porcarelli evidenzia “tre prospettive psico-pedagogiche (comportamentista, cognitivista, costruttivista)” e “differenti letture pedagogiche, tra cui è evidente che la preferenza della scuola cattolica dovrebbe andare a quella personalista”. “Rilanciare oggi una prospettiva personalista, che per noi si richiama anche al modello educativo che ci offre Gesù Maestro – spiega -, non significa semplicemente guardare verso il passato” ma “soprattutto guardare verso il futuro”. “Saper leggere in modo coerente la sfida delle competenze in ottica personalista ed applicare conseguentemente strategie didattiche e valutative coerenti con tale prospettiva – conclude – è uno dei concreti banchi di prova per una scuola cattolica che voglia abitare da protagonista il XXI secolo”.

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