Lotta alla mafia: Cafiero De Raho (procuratore nazionale), “nostra la migliore legislazione nel mondo, ma non è sufficiente. Necessaria collaborazione”

“La legislazione italiana nel contrasto alle mafie è enorme, la migliore, la più forte. Ma non è sufficiente. È necessaria una collaborazione, una sinergia che ritengo il modello indispensabile. Una collaborazione fra tutti i soggetti istituzionali, magistratura e forze dell’ordine che sono anch’esse le migliori del mondo. Gli altri Paesi le guardano come esempi a cui uniformarsi”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, intervenendo a Milano agli Stati generali della lotta alle mafie. “Le mafie occupano i territori, non sono isolate, si muovono insieme”, ha riconosciuto il procuratore nazionale, rilevando che “spesso portano avanti il traffico di droga insieme. Individuano i porti” in Italia e in Europa e “sono anche capaci di cambiare il comandante di una nave a Panama perché quella nave possa effettuare un trasporto importante di sostanze stupefacenti”. Cafiero De Raho ha poi evidenziato che “le mafie moltiplicano il danaro in proporzioni incredibili. Un danaro che finisce per entrare in attività economiche che sono spesso portate avanti fino ad un certo momento da persone oneste e rispettabili che poi non riescono ulteriormente a sviluppare la loro attività e confidano in persone che apparentemente sono affidabili e credibili. Sono le interfacce delle mafie, soggetti che quando si appropriano di un’impresa la fanno salire sempre di più” con il “metodo a volte della corruzione”. E poi ci sono “spesso la collusione e l’accordo anche economico, altrimenti c’è l’intimidazione”. Le mafie, ha aggiunto, “prendono il mercato, condizionano il settore. Questo avviene nel centro e nel nord Italia. Nel sud Italia hanno occupato tutti i territori e ora liberarli comporta una lotta quotidiana di forze dell’ordine e magistratura”. Secondo il procuratore nazionale, “le mafie non possono essere combattute, annientate e distrutte da un unico soggetto” ma “solo se tutti ci muoveremo nella stessa direzione”. Per questo ha invitato a “lavorare insieme”, per esempio condividendo tra procuratori “i dati conoscitivi, tutti”. Un altro aspetto “fondamentale” è la “cooperazione internazionale”, ambito nel quale “l’Italia è un soggetto che si muove per stringere rapporti con i Paesi non solo europei ma nel mondo, dove il traffico di droga è gestito da broker internazionali”. “Il modello della condivisione è il modello che ci può guidare nella direzione dell’efficace ed efficiente contrasto alle mafie”. Una lotta alla quale non devono restare estranee “le scuole e le università”, così come “le prefetture”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy