Parlamento europeo: Bruxelles, conferenza su partenariato Ue-Unione africana. Dibattito su sviluppo, conflitti, migrazioni

(Bruxelles) È necessaria “un’azione comune di Unione europea e Unione africana per mettere fine a quelle pratiche orrende di vera e propria vendita di schiavi che abbiamo visto in Libia”. Lo ha chiesto questo pomeriggio, intervenendo alla Conferenza per un nuovo partenariato con l’Africa, in corso a Bruxelles, il ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale del Mali Abdoulaye Diop che ha anche invocato “un intervento della Corte penale internazionale per perseguire i responsabili”. “I nostri cittadini sono nella trappola libica”, ha proseguito il ministro maliano, e “questa condizione è contraria agli stessi valori su cui è stato costruito il partenariato tra Europa e Africa che deve essere rifondato”. Infine non è mancata una stoccata alle potenze il cui intervento ha favorito la caduta di Gheddafi. “Un intervento – ha detto il diplomatico – attuato senza che vi fosse una visione strategica e senza piani per gestirne le conseguenze”. Sulla Libia è intervenuta anche l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza Ue, Federica Mogherini, che ha ribadito come “la priorità europea sia porre fine a questi abusi”. Mogherini ha anche ricordato che, grazie ai finanziamenti Ue e alla collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all’Organizzazione mondiale per le migrazioni, “già 10mila migranti rimasti bloccati in Libia sono stati aiutati a tornare nei loro Paesi di origine con un programma di reinserimento e che il loro numero potrebbe arrivare presto a 15mila”. “Dobbiamo prima di tutto lavorare – ha concluso Mogherini – per rafforzare le istituzioni del Paese perché questo è prima di tutto nell’interesse degli stessi libici”.
“Il nuovo partenariato tra Europa e Africa deve poggiare su tre elementi: democrazia, buona governance e diritti dell’uomo”. A parlare nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles, in uno dei panel promossi all’interno della Conferenza Ue-Africa è Denis Mukwege che torna nell’emiciclo dove ha ricevuto il premio Sakharov 2014 per il suo impegno a favore delle vittime di violenze nell’est della Repubblica Democratica del Congo, in particolare delle donne vittime di stupri. “Per le sue risorse naturali e umane – ha spiegato – l’Africa può essere il continente del futuro, ma la crescita non può prescindere dal rispetto dei diritti umani perché è la stessa storia europea a dimostrare come consolidamento dello stato di diritto e crescita economica vadano di pari passo. Alcuni Stati africani hanno imboccato questa strada e i risultati sono evidenti mentre altri, come il Congo, stanno facendo passi indietro in materia di democrazia”. “Situazioni – ha concluso – che spingono i giovani al radicalismo o a cercare la via della migrazione verso l’Europa”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche Jason Hickel, studioso della London School of Economics di Londra, che ha ricordato come “parlando di futuro dell’Africa non si può dimenticare il tema dei flussi finanziari illeciti”. “Per ogni dollaro che l’Africa riceve in aiuti – ha spiegato Hickel – l’Africa ne perde 4 in flussi illegali per un totale che oscilla tra i 50 e i 100 miliardi di dollari ogni anno”. Sullo stesso tema si è inserito anche padre Giulio Albanese, tra i relatori invitati ad intervenire, che ha ricordato l’impegno di Papa Francesco e ha invocato un passaggio “dalla logica degli aiuti a quella della giustizia”.

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