Diocesi: Padova, giovani richiedenti asilo ospitati per la notte in un locale della parrocchia di Piove di Sacco

“Per ragioni meramente umanitarie i giovani richiedenti asilo sono stati ospitati per la notte in un locale della parrocchia di Piove di Sacco”. Né da notizia la diocesi di Padova in una nota diffusa nella tarda serata di ieri ad integrazione di una comunicazione diffusa in precedenza con la quale si informava che, dopo quanto successo alcuni giorni fa nella chiesa di Codevigo (Pd) – dove erano stati accolti per “una situazione di estrema emergenza” un gruppo di richiedenti asilo – la situazione si stava riproponendo “in termini decisamente diversi” a Piove di Sacco. Infatti, per quanto successo a Codevigo “ci si è relazionati con i richiedenti asilo con cui sono state concordate le modalità dell’accoglienza temporanea per la notte”. “C’è stata la collaborazione di un’intera comunità – spiega la diocesi di Padova – che ha dato aiuto e sollievo a circa 200 persone in difficoltà. Era una situazione straordinaria”. Mentre, relativamente a quanto successo ieri, “i richiedenti asilo sono stati sollecitati da alcuni esponenti del sindacato Usb a lasciare comunque l’hub di Conetta, senza dialogare in maniera costruttiva con la prefettura di Venezia, che ha la responsabilità della loro presenza nel territorio e il panorama di possibilità concrete e fattibili di ricollocazione”. “Come Chiesa non possiamo accettare strumentalizzazioni, né tantomeno – cosa ancor più grave – che i giovani che escono dall’ex base di Conetta vengano illusi di trovare comunque un alloggio e una sistemazione alternativa, quando invece rischiano di perdere anche i pochi diritti acquisiti: l’assicurazione di un tetto e di un pasto”. “La Chiesa – sottolinea la diocesi di Padova – sta lavorando per l’accoglienza diffusa, che vede come unica strada umana e dignitosa per un’integrazione sostenibile. I fatti di questi giorni dimostrano tutta la fragilità delle macroaccoglienze. Un’accoglienza dignitosa può realizzarsi, infatti, in maniera virtuosa se istituzioni, politica, realtà ecclesiali e società civile operano ognuno per le responsabilità proprie”. “Da parte sua la Chiesa di Padova rispetto alle macroaccoglienze sta da tempo collaborando con le istituzioni affinché queste situazioni vengano superate a favore di soluzioni più dignitose”. E, se in un primo tempo, la “scelta per noi dolorosissima” era quella di “dire no e a non aprire le porte”, si è poi deciso di accogliere “per ragioni meramente umanitarie” i giovani nelle strutture della parrocchia. Di quanto successo e dell’“inadeguatezza di queste modalità di protesta” se ne parlerà in una conferenza stampa convocata per il primo pomeriggio di oggi.

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