Papa Francesco: a Pcc, “non tutto ciò che è tecnicamente fattibile è eticamente accettabile”

Centralità della persona umana, destinazione universale dei beni, presupposto ineludibile che “non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è perciò stesso eticamente accettabile”. Questi, in sintesi, i “grandi principi” per sostenere il dialogo “tra Chiesa, comunità dei credenti e comunità scientifica”, offerti dalla Chiesa e riproposti oggi da Papa Francesco ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della cultura, appena conclusasi sul tema “Il futuro dell’umanità: nuove sfide all’antropologia”, ricevuti in udienza nella Sala del Concistoro del Palazzo apostolico. Nel richiamare i tre temi affrontati dai lavori della plenaria – medicina e genetica, neuroscienze, macchine autonome e pensanti – Francesco sottolinea che questi sviluppi scientifici e tecnici “inducono alcuni a pensare che ci troviamo in un momento singolare della storia dell’umanità, quasi all’alba di una nuova era e alla nascita di un nuovo essere umano, superiore a quello che abbiamo conosciuto finora” e pongono “grandi e gravi” interrogativi e questioni. Per questo, la Chiesa “vuole porre la persona umana e le questioni che la riguardano al centro delle proprie riflessioni”, a partire dalla “domanda sull’essere umano”, tanto più oggi che “i grandi principi e i concetti fondamentali dell’antropologia sono non di rado messi in questione” ed essa “è diventata spesso un orizzonte fluido, mutevole”.

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