XVII Colloquio di Teologia morale: Granados (Univ. San Damaso), “la legge implica l’esistenza di Comandamenti sempre validi”

“Le leggi di Israele sono comprensibili solo a partire dall’alleanza tra Dio e il suo popolo. Se separiamo le due realtà, come hanno fatto alcuni esegeti, sia il carattere narrativo della legge sia il carattere sapienziale si perdono, perché l’alleanza ha un quadro storico che la precede e una razionalità che la stabilisce. Il rapporto tra Dio e il suo popolo attraverso un’alleanza è pressoché sconosciuto in altre religioni e culture prima del popolo d’Israele”. Sono le parole di Carlos Granados, docente di teologia all’Università San Damaso di Madrid, intervenuto stamane a Roma al XVII Colloquio di Teologia Morale. Parlando nella sede del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e famiglia. “Con esso – ha aggiunto Granados – Dio stabilisce una reciproca appartenenza: voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio, nata dalla sua iniziativa d’amore, che agisce nella storia in favore del suo popolo, richiede una risposta da Israele, che si manifesta in obblighi. La sua obbedienza implica allora una benedizione e contemporaneamente anche una maledizione per il popolo”. Secondo il docente, la legge è quadrata in un rapporto interpersonale e viene ordinata al bene di questa relazione. Significa che “la legge non solo ha una dimensione di sapienza. Ma ha anche un carattere narrativo, perché inquadrato all’interno di una storia”. In altre parole, per comprendere la legge occorre raccontare il suo sviluppo storico, “poiché essa implica l’esistenza di Comandamenti sempre validi, di assoluti morali, che vengono però inseriti in modo concreto nella storia di un popolo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia

Informativa sulla Privacy