Migrazioni: Agenda europea, i dati della Commissione. Avramopoulos, “stiamo gradualmente uscendo dalla crisi”. Nessun impegno da tre Paesi

(Strasburgo) “La migrazione continua a essere la principale preoccupazione dei nostri cittadini e dovrebbe anche restare la nostra priorità assoluta”: lo sostiene Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, nel giorno in cui l’Esecutivo stila un bilancio dell’Agenda europea sulla migrazione. Numeri e dichiarazioni che, secondo la Commissione, mostrerebbe una situazione “in netto miglioramento”, anche se la maggior parte del carico dell’accoglienza dei migranti resta sull’Italia, con una modesta condivisione del problema da parte degli altri Paesi e l’assoluta chiusura sul versante della solidarietà da parte di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Inoltre la Commissione insiste molto sul controllo delle frontiere e sui rimpatri, mentre sembra relegato in secondo piano il tema della gestione dell’accoglienza. Nel rapporto si parla del “forte calo del 63% del numero totale degli attraversamenti irregolari lungo le principali rotte migratorie nel 2017”, si segnalano gli sforzi “collettivi volti a proteggere le frontiere esterne dell’Ue, per cooperare con i Paesi partner per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare, per migliorare la protezione dei migranti e vincere la lotta contro i trafficanti”: tutti ambiti in cui “si stanno registrando risultati concreti”.
L’Alto rappresentante Federica Mogherini dichiara: “Negli ultimi due anni abbiamo dedicato le nostre energie a risolvere in modo umano ed efficace uno dei fenomeni più impegnativi del nostro tempo”. “Abbiamo sostenuto l’Organizzazione internazionale delle migrazioni e l’Unhcr nel prestare aiuto alle persone in difficoltà e nel fornire assistenza al rimpatrio volontario, abbiamo istituito il piano per gli investimenti esterni, che permetterà di mobilitare 40 miliardi di euro in investimenti privati, e abbiamo collaborato con i nostri amici africani nell’affrontare le cause profonde della migrazione”. “Il nostro approccio si è sempre basato, e sempre si baserà, sulla cooperazione e sul partenariato”. Dello stesso tono le parole di Dimitris Avramopoulos, commissario responsabile per la migrazione: “Stiamo uscendo gradualmente da una situazione di crisi e stiamo ora gestendo la migrazione in uno spirito di partenariato e di responsabilità condivisa, sia all’interno che all’esterno dell’Ue”. Il rapporto elenca i contratti con la Turchia per 3 miliardi di euro nel quadro dello Strumento per i rifugiati (“dal mese di ottobre un milione di rifugiati siriani più vulnerabili riceve mensilmente denaro contante mediante trasferimenti elettronici”); gli sviluppi del Fondo fiduciario Ue per l’Africa; gli interventi in Libia, a favore dei migranti e per affiancare l’attività della guardia costiera.
Proseguono le missioni di soccorso Triton e Sophia nel Mediterraneo e le operazioni di rimpatrio volontario, che riguarderebbero 15mila persone. Numero modesti, invece per il programma di reinsediamento dell’Ue (25mila i migranti interessati). “A distanza di due anni, il meccanismo di ricollocazione dell’Ue – si legge ancora – sta volgendo positivamente al termine, con appena 750 e 3.100 ricollocazioni circa ancora da effettuare, rispettivamente, in Grecia e in Italia. Ad oggi sono state ricollocate oltre 31.500 persone. Se quasi tutti gli Stati membri hanno rispettato i loro obblighi giuridici, la Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia non hanno finora adottato alcuna misura per rispondere alle rimostranze formulate nel parere motivato della Commissione del mese di luglio e, pertanto, le procedure di infrazione nei loro confronti sono ancora in corso”.

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