Migramed: Di Salvo (Unhcr), “gli oltre 600.000 rifugiati siriani registrati rappresentano solo una piccola parte dei profughi presenti in Giordania”

(da Amman) Sulle tematiche della mobilità umana e delle politiche di reinsediamento trattate in occasione della prima giornata del Migramed ad Amman, importanti gli interventi da parte degli organismi delle Nazioni Unite quali Unhcr e Iom in Giordania, rappresentati rispettivamente da Douglas Di Salvo ed EnricoPonziani. Secondo i dati aggiornati al 15 agosto 2017 forniti dall’Unhcr, la popolazione rifugiata predominante in Giordania è costituita dai siriani che si aggirano intorno ai 660.500, seguita dagli iracheni (oltre 64.000) molti dei quali arrivati nel territorio giordano a partire dal 2014, anno dell’occupazione delle truppe dell’Isis nell’antica piana di Ninive; il quadro viene, infine, completato da 8.500 yemeniti in fuga dalla sanguinosa guerra civile e da quasi 3.800 sudanesi. “Certamente gli oltre 600.000 rifugiati siriani registrati rappresentano solo una piccola parte dei profughi provenienti dalla Siria e presenti in Giordania; secondo le stime governative dovrebbero aggirarsi intorno al milione e trecentomila”, afferma Di Salvo, rappresentante Unhcr Giordania. “Se circa 90mila siriani hanno trovato ospitalità all’interno del campo di Zaatari, il secondo campo rifugiati più grande al mondo, cui forniamo beni di prima necessità e servizi di base come educazione sanità, non bisogna dimenticare che la maggior parte della popolazione siriana in Giordania, l’85%, vive in aree urbane e rurali”, continua Di Salvo. Secondo le stime dell’Unhcr oltre l’80% della totalità dei rifugiati siriani vive al di sotto della soglia di povertà. Il supporto dell’organizzazione delle Nazioni Unite si è concretizzato a partire dal 2012 in un’assistenza basata sull’incontro e che ha permesso nell’arco di 5 anni di realizzare oltre 250mila visite domiciliari, raccogliendo le storie e le sofferenze dei beneficiari.
Sul fronte delle politiche di reinsediamento, la Giordania fra il 2015 e il 2016 ha avviato la seconda operazione più grande al mondo di resettlement; oltre 25mila rifugiati ripartiti in 15 Paesi, compresa l’Italia. In particolare in soli 15 giorni l’Iom è stato in grado di ricollocare in Canada circa 10mila rifugiati, un’operazione che, secondo quanto afferma il responsabile dell’Iom in Giordania Enrico Ponziani, “avrebbe portato via più di 6 mesi; ma grazie alla collaborazione con Unhcr e altre organizzazioni locali, compresa la Caritas, è stato possibile realizzare tutto questo con efficienza, nel minor tempo possibile “. Certamente il reinsediamento dei 25mila profughi è stata un’azione importante, ma riguarda solo il 4% della popolazione rifugiata nel Paese giordano. Quindi per il 96% di quelli che restano si prospetta una lunga permanenza in Giordania nell’attesa che in Siria si ricreino le condizioni ottimali per un rientro nel Paese.

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