R.D. Congo: Medici senza frontiere, “urge assistenza umanitaria nelle zone rurali del Kasai”. “Malnutrizione diffusa tra i bambini, il 10% è acuta severa”

“A più di un anno dallo scoppio del conflitto nel Kasai, in Repubblica Democratica del Congo, urge assistenza umanitaria nelle zone rurali della regione, ora che le persone non si nascondono più e tentano di tornare alla normalità”. È l’appello lanciato oggi da Medici senza frontiere (Msf) in una nota nella quale si sottolinea che “gli aiuti umanitari hanno raggiunto le principali città di Tshikapa e Kananga, ma quasi nessun aiuto è giunto nelle altre aree della regione, nonostante l’insicurezza non sia più un problema da alcuni mesi”. “La crisi in Kasai è stata totalmente trascurata”, dichiara Gabriel Sánchez, direttore delle operazioni di Msf. “Le persone che tornano nei loro villaggi e città – aggiunge – sono state lasciate sole a ricostruire le case distrutte e a riprendere a coltivare i campi, spesso senza strumenti adeguati e prive delle fonti di reddito tradizionali”. Le équipe di Msf – prosegue la nota – “stanno riscontrando una malnutrizione diffusa tra i bambini, con percentuali del 10% di malnutrizione acuta severa in diverse zone, in particolare nelle città e nei villaggi colpiti dalla violenza, scoppiata nell’agosto 2016”. Tra giugno e settembre di quest’anno, quasi 1.000 bambini sotto i cinque anni sono stati trattati dalle équipe di Msf per malnutrizione acuta severa nei centri nutrizionali a Tshikapa, capitale della provincia del Kasai, e nelle zone rurali circostanti. A ciò si aggiunge che “molti centri sanitari locali funzionano a malapena”. “La metà dei centri sanitari che abbiamo visitato negli ultimi tre mesi è stata saccheggiata, bruciata o distrutta”, prosegue Sánchez. “Ora stanno lentamente riprendendo le attività, ma sono disperatamente a corto di personale sanitario qualificato, medicinali e attrezzature essenziali”. Per Sánchez, “ci sono ancora comunità vulnerabili nelle città principali, in particolare gli sfollati che non sono ancora pronti a tornare nei loro villaggi e hanno bisogno di assistenza sanitaria, rifugi, cibo e sostegno per far fronte alle esperienze traumatiche che hanno vissuto”. “La vera urgenza ora è che altre organizzazioni umanitarie raggiungano le zone rurali del Kasai. La risposta – conclude – è stata finora troppo lenta e insignificante per una crisi di questa portata”.

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