Minori stranieri: mons. Vitillo (Bice), “riunire bambini migranti non accompagnati con le famiglie d’origine aiuta la loro crescita”

“Riunire i bambini stranieri non accompagnati con le famiglie d’origine aiuta la loro crescita. La separazione può portare traumi nell’integrazione nel Paese ospitante. Riallacciare i contatti tra loro e i genitori dovrebbe essere una pratica da realizzare”. Lo ha detto questa mattina mons. Robert Vitillo, segretario generale della Commissione internazionale cattolica delle migrazioni e assistente ecclesiastico del Bice (Bureau international catholique de l’enfance), parlando di “bambini migranti e rifugiati: difesa della loro dignità e dei loro diritti”, in occasione del convegno organizzato nella sede romana dell’Università Cattolica. Mons. Vitillo ha quantificato l’entità del fenomeno dei minori stranieri non accompagnati citando i dati Unicef, secondo cui nel 2015 oltre 100mila minorenni non accompagnati hanno richiesto asilo in 78 Stati, il triplo rispetto al 2014. Poi, mons. Vitillo ha presentato pratiche di eccellenza nella gestione dei minori soli, come quelle della Caritas del Belgio, che si impegna nel ripristino dei legami tra il minore e le famiglie nei Paesi d’origine, grazie a una rete di collaborazioni. “È necessario soprattutto affrontare nei Paesi di origine le cause che provocano le migrazioni, per questo motivo bisogna estinguere conflitti e violenze che impongono la fuga”, ha aggiunto, citando Papa Francesco. E in questa direzione va l’impegno della Caritas di Gibuti, che “accoglie in una propria struttura i bambini e si occupa della loro formazione”.

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