Abusi sui minori: Congresso Gregoriana. Caffo (Telefono Azzurro), “conoscenza fenomeno si trasformi in decisioni e azioni”

“La sfida ora è capire come la conoscenza del fenomeno in tutti i suoi aspetti più oscuri possa stimolare i diversi attori della società a prendere delle decisioni e come queste decisioni possano trasformarsi in azioni”. Ernesto Caffo, fondatore e attuale presidente di Sos Telefono Azzurro Onlus, stila non solo un bilancio ma propone una prospettiva futura ai lavori del primo Congresso globale sulla protezione dei minori nel mondo digitale che si è concluso oggi a Roma con l’udienza dei 150 partecipanti da Papa Francesco. “Scopo principale dell’iniziativa – ha spiegato in conferenza stampa padre Hans Zollner, presidente del Centro per la protezione dei minori – era mettere insieme gli attori chiave di diverse aree del mondo e settori della società, dal mondo della scienza, a quello del business, alle religioni per offrire una piattaforma comune in cui fosse possibile discutere sulla sicurezza dei bambini e sulla loro protezione nel mondo digitale dagli abusi sessuali on line e confrontare idee e proposte e imparare insieme, gli uni dagli altri, come e cosa l’umanità può fare perché i giovani possano crescere sicuri nel web e nella realtà”. Alla conferenza stampa ha preso la parola anche Sheila Hollins, psichiatra e membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori che ha sottolineato l’impatto che internet ha sulla crescita dei bambini e degli adolescenti e delle “ferite profonde che l’abuso lascia nelle persone”, approcciando quindi il fenomeno nella prospettiva di un problema di ordine di “salute pubblica”. Ernie Allen, della piattaforma “WeProtect Global Alliance”, dice che il problema “si manifesta in diverse forme e pertanto le soluzioni devono essere mirate”. Nei 10 gruppi di lavoro si è anche evidenziata la relazione non sempre combaciante tra leggi e cultura perché “non è detto che se un Paese si dota di tutte le leggi, quella nazione può dirsi sicura ed esente dal fenomeno”. Infine in molti hanno sottolineato come la risposta di protezione dei minori non può essere garantita dai singoli Stati perché internet e il crimine commesso on line non conoscono frontiere. Da qui un chiaro appello perché l’azione di contrasto di enti come Interpol sia rafforzata e raggiunga tutti i Paesi del mondo; alle compagnie perché incoraggiano e si dotino di tutti gli strumenti di protezione online che possano garantire protezione; e ai genitori che spesso purtroppo “non hanno nessuna idea di cosa fanno e cosa possono fare i loro figli online”. L’ultimo richiamo  di Ernie Allen è al mondo politico, con la denuncia di una totale assenza di consapevolezza del fenomeno nelle agende politiche.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa

Informativa sulla Privacy