Evangelii gaudium: mons. Viganò a Pistoia, la comunicazione di Papa Francesco è “social”, “innovativa”, “antidoto ad autoreferenzialità”

foto SIR/Marco Calvarese

La comunicazione di Francesco è “social”, arriva a tutti “ed è antidoto contro l’autoreferenzialità”. Lo ha detto mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, intervenuto alla 30ª edizione della Settimana teologica dedicata a “I linguaggi del divino” in corso a Pistoia. “Alla radice della comunicazione – ha spiegato – c’è una spinta all’apertura”, a “tenere sempre davanti a sé il volto dell’altro”. La comunicazione “non si dà se non tiene conto di chi mi sta di fronte”. Per questo Papa Francesco afferma: “Condizione del dialogo è la capacità di ascolto”. Di qui l’interrogativo: “Come la Chiesa ha cercato di rispondere a questa proposta di comunicazione, tenendo conto del mutare dei tempi, delle culture, dei mezzi a disposizione?”. “Lo scenario che si presenta ai nostri occhi, oggi – fa notare Viganò tenendo sullo sfondo Evangelii gaudium -, è quello di una realtà in fermento”, caratterizzata da “un dinamismo intrinseco che risente delle spinte provenienti dal mondo mediale esterno”. In questo orizzonte “la comunicazione di Papa Francesco è ritenuta efficiente e capace di arrivare a tutti, a prescindere dal livello culturale e sociale, dall’appartenenza religiosa e politica delle persone che lo ascoltano”.
Prima sua caratteristica, “la gentilezza”, afferma il prefetto della SpC, rievocando le prima parole del neoletto Francesco ai fedeli in piazza San Pietro. Francesco, prosegue, “è anche social”; insomma “ha portato l’innovazione comunicativa in Vaticano”. “La sua comunicazione arriva a tutti, è fatta di sostanza, è la ‘medicina’ scoperta per contrastare la malattia dell’autoreferenzialità, un rischio anche per la Chiesa, oggi, nel suo dialogo con le culture e con i vari contesti sociali”.

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