Università cattolica: 25° Istituto di bioetica. Spagnolo (direttore), “il futuro è una medicina attenta al paziente”

Il futuro della bioetica persegue la strada della medicina personalizzata, intesa come “medicina attenta al paziente”. A esserne convinto è Antonio Gioacchino Spagnolo, docente di Medicina legale e direttore dell’Istituto di bioetica e Medical Humanities all’Università Cattolica del Sacro Cuore. In occasione dei 25 anni dell’Istituto, il docente ha tracciato in un convegno presso l’ateneo i traguardi passati e le prossime sfide. “Il punto di partenza è il 1992 – ha ricordato Spagnolo -, quando l’Università Catolica ha decretato la nascita dell’Istituto di bioetica. La prima difficoltà era come collocare il corso in uno specifico settore disciplinare e negli anni è entrato a far parte dei curriculari”. Una delle attività che l’Istituto è chiamato a svolgere è la consulenza in ambito etico nei diversi settori del Policlinico Gemelli. “Il principale reparto – ha affermato Spagnolo – è quello di ginecologia e ostetricia. A seguire, c’è la neonatologia e l’hospice perinatale dedicato ai bambini che hanno gravi difficoltà e patologie. Il supporto in questi casi è qualcosa che dal punto di vista etico spesso siamo chiamati a fare: il ruolo dei consulenti etici è di facilitare le decisioni cliniche”. Uno dei filoni di ricerca dell’Istituto si concentra sul tema del fine vita. “Nei casi come quello del piccolo Charlie o di Eluana Englaro – ha commentato, a margine del convegno, Spagnolo – non è possibile applicare una generalizzazione ma occorre fare una valutazione caso per caso. Solo quando si è all’interno della situazione si può dare una risposta – ha insistito il docente – e sul fine vita non se ne può dare una per tutti. L’obiettivo che ci poniamo è quindi quello di umanizzare la medicina per non generalizzare le decisioni”. “Non abbiamo paura a dire – ha aggiunto – che il respiratore non è più efficace perché si vede che in quella circostanza vari elementi evidenziano che l’intervento è gravoso per il paziente o non è efficace. Questo non significa essere relativisti etici perché la teoria e i principi rimangono saldi ma occorre vedere come vengono applicati”. Il direttore ha infine previsto che nel 2018 l’Istituto di bioetica verrà collegato al Dipartimento di medicina legale dell’Università Cattolica.

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