“Per me oggi è un po’ tornare a casa nel momento della festa”. Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha aperto la sua lectio magistralis in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Facoltà teologica dell’Italia centrale, che celebra il ventennale della sua costituzione. “Questa è la scuola dove sono stato formato e che anche ho contribuito, per la mia piccola parte, a far crescere”, ha proseguito il cardinale: “È con un po’ di orgoglio che riconosco fra i docenti molti dei miei alunni del seminario e con tanta riconoscenza scorgo fra gli insegnati più anziani, alcuni con i quali abbiamo condiviso la responsabilità della formazione dei nuovi preti”. “Questa storia per me è fatta dei volti concreti di tanti amici e di tanti maestri, alcuni dei quali ci guardano oggi dal cielo”, l’omaggio di Bassetti: “Li ricordo tutti, ne nomino solo uno: mons. Valerio Mannucci. Voglio ricordare anche gli arcivescovi Benelli e Piovanelli senza i quali questa Facoltà non compirebbe oggi venti anni!”. La prima caratteristica messa in evidenza dal presidente della Cei è il “taglio antropologico” scelto dalla Facoltà fin dalla sua fondazione, “come specificità che le deriva dal suo essere radicata a Firenze”. Poi la citazione delle parole del Papa nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, durante il Convegno di Firenze: “Gesù è il nostro umanesimo”, presente nelle due immagini del complesso pittorico del cupolone, l’Ecce homo e il Giudice universale. “Due stadi della vita del Cristo, e quindi – come direbbe La  Pira – della biografia del mondo, di cui il Papa sottolineava la continuità”, ha commentato Bassetti, facendo notare che “il Cristo Giudice della storia universale è lo stesso Gesù sottoposto dal potere umano alla volontà omicida degli uomini. Il Cristo crocifisso è il Cristo Risorto che giudica e orienta la storia umana”.