Settimana sociale: Gatti, “c’è molta attenzione e una certa curiosità da parte del mondo politico”

“C’è molta attenzione e una certa curiosità da parte del mondo politico. Proprio oggi alla Camera dei deputati, incontrando alcuni parlamentari, ho trovato molto interesse per le proposte contenute nell’ultima parte dell’Instrumentum Laboris della 48ª Settimana sociale, sia per la concretezza sia per il taglio”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse e vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali, nel corso della prima diretta streaming in preparazione all’appuntamento di Cagliari dove, dal 26 al 29 ottobre si svolgerà la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani sul tema “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale”. Sollecitato dal giornalista di Tv2000, Fabio Bolzetta, Gatti ha parlato dei “quattro registri comunicativi” che caratterizzano l’evento: denuncia, racconto, buone pratiche e proposte. Per quanto riguarda la denuncia, il vicepresidente ha annunciato che a Cagliari sarà allestita “una mostra che – ha spiegato – racconterà per immagini il lavoro che non ci piace, che non vogliamo”. A questa si aggiungeranno tre testimonianze di lavoratori che precederanno gli interventi di “decisori”: il ministro Claudio De Vincenti e Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl. Sarà poi proiettato un “docu-film sul lavoro che vogliamo in cui sono raccontare sette storie straordinariamente belle, eccellenti, intervallate con considerazioni, riflessioni, preoccupazioni, piccole conquiste, grandi speranze di una famiglia di Taranto, per non dimenticare i volti di chi non riesce ancora a trovare una storia di soddisfazione personale”. Rispetto alle “buone pratiche”, Gatti ha osservato che “abbiamo trovato una grandissima energia, una grande capacità generativa, una capacità di applicare buone idee a situazioni imprenditoriali”. Suddivise nei filoni “scuola”, “impresa”, “amministrazione locali”, il vicepresidente ha rilevato come “alleanze spesso non a tavolino tra i soggetti danno vita a esperienze interessanti”. Delle 400 “buone pratiche” verrà fatto un “album perché siano considerate replicabili e insegnamenti per migliorare lo sviluppo di queste esperienze”. Alcune di queste verranno visitate dai delegati presenti a Cagliari. Gatti ha poi ricordato che nell’ultima parte dell’Instrumentum Laboris sono presenti una trentina di punti che sono proposte. Rispetto alle “nuove tecnologie, alla loro invasività, all’aumento di robot e macchine capaci di lavorare in autonomia”, il vicepresidente ha sottolineato che non serve “un atteggiamento di inutile e sterile contrarietà” ma un “atteggiamento critico che ci aiuta a governare questo passaggio”. C’è bisogno di “una cultura che vuole affrontare a viso aperto questo passaggio che ha tante opportunità ma anche tanti rischi”. Le proposte che usciranno dai lavori di Cagliari saranno “immediatamente cantierabili, strutturali e utopistiche”. Tra quelle utopistiche, Gatti ha richiamato quella che prevede di “inserire nello statuto della Banca centrale europea accanto al parametro dell’inflazione, come riferimento per manovrare le leve della politica monetaria, quello dell’occupazione. Federal Reserve negli Stati Uniti e Bank of England nel Regno Unito hanno già questi riferimenti”. D’altra parte “o l’Europa fa un passo deciso e si occupa del ‘pilastro sociale’ oppure difficilmente potrà reggere”. Il vicepresidente ha concluso evidenziando l’importanza del “dopo Cagliari” perché “è lì che si realizza almeno una parte delle cose che stiamo cercando di costruire”.

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