Conversione mafiosi: mons. Oliva (Locri-Gerace), “la Chiesa è chiamata a denunciare il male, dare speranza e indicare la via della carità”

“La giornata diocesana di riflessione e preghiera sul tema della conversione dei mafiosi e la custodia del creato è stata pensata per coinvolgere l’intera comunità su problemi molto gravi e di pesante attualità, quali la criminalità organizzata e la custodia della casa comune. La Locride è una terra che storicamente soffre il condizionamento di associazioni criminali, come la ‘ndrangheta, che incide molto negativamente sul suo sviluppo sociale ed economico”. Così mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, spiega in un’intervista al Sir il senso della Giornata diocesana di preghiera per la conversione dei mafiosi, che si terrà sabato 7 ottobre, a Placanica, al santuario della Madonna dello Scoglio. “Occorre perseguire tutte le vie, anche quella della preghiera, per sconfiggerla. Non è possibile piegarsi ad essa né assuefarsi alla mentalità mafiosa – sottolinea il presule -. Questo è anche un problema culturale che corrompe il modo di pensare e di agire di tanti”.
Nella lotta alla criminalità, “il ruolo della Chiesa è soprattutto quello della formazione e dell’accompagnamento spirituale”. “Anche se il suo compito non è repressivo e accusatorio, non può tacere di fronte all’ingiustizia e al male – chiarisce mons. Oliva -. Il suo è un compito delicato ma importante: indicare percorsi di fede che non allontanano l’uomo dai suoi impegni e dalle sue responsabilità. Ad essa interessa che chi sbaglia si ravveda e attraverso un cammino di conversione interiore ritorni a Dio veramente rinnovato, che abbandoni la via del male e del crimine. Suo compito è essere mediatrice di salvezza e annunciatrice della bellezza del Vangelo. È chiamata anche a denunciare il male e le strutture di peccato, a dare speranza e soprattutto ad indicare la via della carità e della Misericordia”.

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