Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Incendi, emergenza in Piemonte e Lombardia. Roma, branco pesta migrante in pieno centro. Catalogna, unionisti in corteo a Barcellona

Incendi: emergenza in Piemonte. Evacuate da varie borgate 450 persone. Allarme anche in Lombardia

Il Piemonte continua a bruciare. Resta critica la situazione in Valle di Susa, nella Città metropolitana di Torino, per gli incendi che da giorni la devastano. L’impossibilità di volare, per canadair ed elicotteri, a causa di vento e fumo ha costretto i vigili del fuoco ad affrontare l’intera giornata con difesa passiva a vicinanza delle abitazioni. La zona più critica è quella del costone montano a ridosso di Mompantero, dove sono state evacuate da varie borgate 450 persone su 600 residenti. Ci sono boschi e montagne in fiamme dal Cuneese al Canavese e qualche focolaio impegna squadre di intervento anche a Sordevolo, sopra Biella, dove i carabinieri hanno fermato un sospetto piromane. Allarme anche in Lombardia, nel Comasco, in provincia di Sondrio e nel Bresciano. Nella regione, quattro incendi stanno tenendo impegnati da giorni decine di vigili del fuoco e circa 160 volontari, 4 Canadair sono in arrivo dall’estero, 15 evacuati.

Roma: branco pesta migrante in pieno centro. Insulti razzisti

Prima gli insulti, come “sporco negro”, poi le botte. Aggressione a sfondo razziale nella notte tra sabato e domenica, nel centro di Roma. Le vittime, un cittadino del Bangladesh e un egiziano, sono stati circondati da cinque ragazzi in piazza Cairoli e aggrediti, dopo essere stati insultati. Ad avere la peggio il ventisettenne del Bangladesh, trasportato in ospedale con traumi al volto giudicati guaribili in 30 giorni. La polizia ha bloccato cinque ragazzi tra i 17 e i 19 anni. Uno di loro è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Per gli investigatori si sarebbe accanito sulla vittima quando era già a terra, colpendola ripetutamente con calci al volto.

Catalogna: unionisti in corteo a Barcellona. Procura spagnola potrebbe incriminare Puigdemont per “ribellione”

Un lungo corteo a Barcellona per chiedere l’unità della Spagna dopo il voto sull’indipendenza e la destituzione del presidente della Catalogna, Carles Puigdemont. Secondo gli organizzatori sono circa 1,1 milioni i partecipanti al corteo. Le immagini tv mostrano i manifestanti sfilare per la strada in maniera pacifica con le bandiere spagnole e catalane. “Essere catalani è un orgoglio. Essere spagnoli è un onore”, si legge in uno dei cartelli dei manifestanti. La marcia fa seguito al corteo degli unionisti sabato a Madrid. Attesa per oggi la decisione della procura spagnola che potrebbe incriminare Puigdemont per “ribellione” e spiccare mandato d’arresto.

Usa: crolla la popolarità di Trump, mai un presidente così male

La popolarità di Donald Trump, nove mesi dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, appare in caduta libera. Solo il 38% degli americani – secondo un sondaggio di Nbc e Wall Street Journal – approva il lavoro finora svolto dal tycoon, mentre il 58% boccia il suo operato. Si tratta del rating più basso mai registrato da un presidente americano in epoca moderna nei primi nove mesi di mandato. Nello stesso periodo la popolarità di George W. Bush era all’88%, quella di Barack Obama al 51%, quella di Bill Clinton al 47%.

Islanda: dal voto 8 partiti in Parlamento. Difficile coalizione di governo

L’Islanda esce dalle urne con un Parlamento frammentato, una difficile coalizione di governo da formare e la probabilità di un esecutivo guidato dai Verdi di sinistra che escluda i conservatori, che conservano la maggioranza relativa ma non i numeri per governare l’isola atlantica con 330.000 abitanti. Doveva essere il voto della stabilità dopo le divisioni, gli scandali seguiti alla crisi del decennio scorso: ma le elezioni politiche tenutesi ieri, le terze in 4 anni, hanno fatto entrare nell’emiciclo di Reykjavik (Althing, che ha 63 scranni) per la prima volta, malgrado lo sbarramento al 5%, ben 8 partiti.

Europa centrale: tempesta di pioggia e vento sta travolgendo Germania, Repubblica ceca, Polonia

Non si placa la furia della tempesta che sta travolgendo i Paesi dell’Europa Centrale: oltre alle vittime, tanti sfollati e molti ritardi nei trasporti, anche ferroviari. E mentre l’Italia brucia, il maltempo continua a imperversare nell’Europa Centrale. Causando 6 vittime, due in Germania (un uomo di 63 anni morto in un campeggio e una donna annegata con il suo motoscafo), due morti in Repubblica Ceca e altrettanti in Polonia, tutti colpiti da alberi caduti. Ad Amburgo, in Germania, pioggia e vento hanno creato allagamenti nella zona del fiume Elba. A Berlino, molti alberi sono stati spazzati via da raffiche di vento oltre i 100 km/h, danni anche alle ferrovie tedesche, che hanno lasciato a piedi numerosi passeggeri. In Polonia, tetti scoperchiati, pompieri al lavoro, controllo degli argini dei fiumi: danneggiato un gasdotto. In Repubblica Ceca, venti a 180 km/h sul monte Snezka, un albero blocca l’autostrada di Praga, chiuso lo zoo. Nel Mare del Nord, al largo della Germania settentrionale, una nave cargo rischia di perdere 1800 tonnellate di olio. In salvo l’equipaggio composto da 22 uomini.

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