Scuola: Diaco (Cei), “bene piano per l’educazione al rispetto presentato dalla ministra Fedeli”

“Riguardo al progetto sull’educazione al rispetto e alle linee guida presentate oggi, mi piace notare che si chiede alla scuola un forte impegno per prevenire e contrastare tutte le forme di discriminazione, nella direzione indicata dall’art. 3 della Costituzione: le discriminazioni legate al sesso, alla razza, alla lingua, alla religione, alle opinioni politiche, alle condizioni personali e sociali. Di grande rilievo è poi l’educazione alla cittadinanza digitale e la lotta al cyberbullismo, a cui siamo fortemente richiamati dall’attualità quotidiana”. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei (Unesu), commenta al Sir il piano nazionale per l’educazione al rispetto presentato oggi pomeriggio dalla ministra dell’istruzione Valeria Fedeli al teatro Eliseo di Roma. “Per raggiungere questi obiettivi – osserva -, il Ministero afferma chiaramente che le scuole devono fare la parte che spetta loro, con un’azione trasversale alle diverse discipline, senza sostituirsi alle famiglie, ma in continua sinergia con esse. Un’alleanza più stretta e non burocratica tra scuola e famiglia, che evidenzi la primaria responsabilità dei genitori e il compito degli insegnanti, è anche quanto auspicava qualche giorno fa il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, in un incontro pubblico con la ministra Valeria Fedeli”.

Da Diaco la sottolineatura, inoltre, di come “il testo ribadisca che non rientri tra le finalità della scuola promuovere ideologie come quella cosiddetta del ‘gender, che papa Francesco ha definito una colonizzazione ideologica. Nascere uomini o donne – come affermano le linee guida – è davvero la pietra angolare della nostra identità”. “Tutti questi aspetti mi sembrano molto importanti per continuare a costruire insieme un sempre più efficace patto educativo tra scuola, famiglia e società. È significativo infatti che il progetto sia stato presentato da insegnanti, studenti, genitori, rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, dello sport: anche questo – conclude – è un segno che solo insieme, accogliendo e valorizzando le diversità, cioè le singole persone, possiamo sconfiggere l’odio e i pregiudizi e testimoniare che la differenza è una ricchezza straordinaria”.

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