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Papa Francesco: udienza, “il paradiso non è un luogo incantato o da favola”

foto SIR/Marco Calvarese

“Il paradiso non è un luogo da favola, e nemmeno un giardino incantato. Il paradiso è l’abbraccio con Dio, amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi”. Lo ha spiegato il Papa, nella parte finale dell’udienza di oggi, in cui ha affermato: “Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di lui c’è il freddo e la tenebra”. “Nell’ora della morte, il cristiano ripete a Gesù: ‘Ricordati di me'”, ha proseguito Francesco citando le parole del buon ladrone: “E se anche non ci fosse più nessuno che si ricorda di noi, Gesù è lì, accanto a noi. Vuole portarci nel posto più bello che esiste. Ci vuole portare là con quel poco o tanto di bene che c’è stato nella nostra vita, perché nulla vada perduto di ciò che lui aveva già redento. E nella casa del Padre porterà anche tutto ciò che in noi ha ancora bisogno di riscatto: le mancanze e gli sbagli di un’intera vita”. “È questa la meta della nostra esistenza: che tutto si compia, e venga trasformato in amore”, ha concluso il Papa: “Se crediamo questo, la morte smette di farci paura, e possiamo anche sperare di partire da questo mondo in maniera serena, con tanta fiducia”. “Chi ha conosciuto Gesù, non teme più nulla”, ha assicurato Francesco: “E potremo ripetere anche noi le parole del vecchio Simeone, anche lui benedetto dall’incontro con Cristo, dopo un’intera vita consumata nell’attesa: ‘Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza’. E in quell’istante, finalmente, non avremo più bisogno di nulla, non vedremo più in maniera confusa. Non piangeremo più inutilmente, perché tutto è passato; anche le profezie, anche la conoscenza. Ma l’amore no, quello rimane. Perché la carità non avrà mai fine”.

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