Regno Unito: aborto, lettera dei vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia. “Maggiore protezione” dei bimbi disabili ancora nel grembo materno

La legge britannica che fino alla nascita permette l’aborto di un figlio disabile è “in forte contrasto con la protezione e il rispetto mostrato alle persone che presentano disabilità dopo la loro nascita”. Lo scrivono i vescovi dei Paesi britannici in una lunga dichiarazione sottoscritta dai card. Vincent Nichols e dall’arcivescovo Philip Tartaglia, pubblicata oggi a 50 anni dall’entrata in vigore della legge sull’aborto. Nel testo essi auspicano che “una maggiore riflessione e coerenza” porti a un cambiamento e a una “maggiore protezione” dei bimbi disabili ancora nel grembo materno “attraverso una nuova legge”. L’anniversario offre anche “l’occasione per riflettere su come le donne siano sostenute e aiutate durante la gravidanza”: è migliorata da parte della società e della Chiesa l’accoglienza e l’assistenza alle ragazze madri, ma “c’è bisogno di fare molto di più”. Denunciano poi i vescovi l’“erosione del rispetto nei confronti di chi fa obiezione di coscienza riguardo all’aborto” e indicano la necessità di un’ampia discussione sul tema della “inviolabilità della coscienza personale”. Gratitudine è espressa per chi insegna “l’inviolabilità della vita umana” e il “significato della sessualità umana tra i giovani e il ruolo dei rapporti sessuali come espressione d’amore nel matrimonio”, per le donne che hanno scelto di non abortire e per chi le ha sostenute, per chi sta lavorando per la protezione della vita umana a livello politico.

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