Migrazioni: mons. Galantino, “non possiamo volgere le spalle ai tanti giovani che reclamano di poter essere – non solo sentirsi – italiani”

“Una politica migratoria non può non prevedere una dinamica e legittima regolamentazione all’ingresso, il facile accesso ai servizi di base, la tutela dei lavoratori e delle loro famiglie, fino ad arrivare alla protezione sociale e internazionale, ai ricongiungimenti familiari, alla partecipazione e alla cittadinanza: tutti aspetti oggi deboli nell’affrontare politicamente la migrazione in Italia”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, intervenendo oggi al Festival della Migrazione, in corso a Modena, organizzato da Fondazione Migrantes e Porta Aperta insieme a una ventina di associazioni e istituzioni. “Il fenomeno dell’immigrazione – ha ribadito il segretario della Cei – chiede più che politiche di contrasto, politiche di inclusione sociale e di dialogo che aiutino a non far leggere l’incontro e il rapporto con persone e popoli nuovi ingenuamente e semplicemente con ‘orgoglio e rabbia’, ma con attenzione alla verità dei fatti e degli accadimenti e soprattutto, vista la grave situazione demografica, occupazionale, economica italiana – che coinvolge soprattutto i giovani, indistintamente italiani e di origine non italiana – occorrono lungimiranza e saggezza perché davvero si innesti un processo di rinascita e sviluppo”. Quest’ultimo, ha sottolineato mons. Galantino, “deve partire dal mettere al centro i giovani suddetti: occorre dare ai giovani la possibilità di diventare attori del loro presente e si avverte la necessità che l’Italia rinasca a partire dalla sua endemica multiculturalità. Non possiamo tralasciare 5 milioni di cittadini che vivono stabilmente nelle nostre città; non possiamo volgere le spalle ai tanti giovani che reclamano di poter essere – non solo sentirsi – italiani”.

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