Diocesi: mons. Pompili (Rieti), “cristiano deve avere coraggio di muoversi e non stare in disparte”

Il cristiano deve avere il coraggio e la curiosità di muoversi, anche se al giorno d’oggi la tentazione, “anche nelle cose più naturali” è quella di non avvicinarsi. “Perché sembra che lo starsene da parte comporti meno pericoli e possa essere meglio gestito. Ma così non ci si avvicina alla realtà, si rimane sempre a distanza e si manca l’incontro decisivo”. Lo ha detto il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, ieri sera a Rieti durante la veglia per la Giornata Missionaria Mondiale che si celebra domani sul tema “La missione al cuore della fede cristiana”. Proprio come accade alla Chiesa quando “invece di andare incontro alla gente – che c’è, pure se distratta e presa da tante altre cose – se ne sta un po’ a lato, leccandosi le ferite e contabilizzando quelli che vengono. E invece la cosa importante è che quelli che vengono, pochi o tanti che siano, sappiano uscire per andare incontro agli altri e stabilire un contatto”. In questo “Dio ci precede sempre. La messe è abbondante proprio perché Lui ci sta lavorando da molto tempo”. Per il vescovo “non è giustificato l’atteggiamento lamentoso e un po’ pessimista di chi dice che siamo in pochi a coltivare la terra. La terra è già di suo verdeggiante e ci chiama alla necessità di aprirci alla bellezza sorprendente della vita”. Ciò che conta, lo dimostra l’esperienza dei missionari, è “percepire l’altro come pari a noi stessi: non andiamo a insegnare, ma a condividere – ha sottolineato il vescovo – è quando si condivide che scocca la scintilla che fa nascere ogni possibile sviluppo”. Il senso della giornata Missionaria, dunque, è quello di ricordare a “quella Chiesa che siamo noi”, di muoversi incontro, di non starsene inerte, ferma, immobile come certi giovani curvi sul proprio display elettronico da mattina a sera, impauriti di quello che potrebbero incontrare fuori”. “La Chiesa – ha concluso mons. Pompili – qualche volta sembra altrettanto impaurita e intiepidita”, proprio mentre, “al di là della nostra inerzia e dalla nostra rassegnazione, fuori dalla porta, la messe già verdeggia e noi magari non ce ne accorgiamo”.

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