Salesiani: dall’America Latina all’Europa numerosi i missionari impegnati per l’evangelizzazione e lo sviluppo umano

“Sono molte in tutto il mondo le persone che, ispirandosi a don Bosco, spendono la loro vita lontano dalla loro patria per dedicarsi alle missione dell’evangelizzazione e dello sviluppo umano di altri popoli”. È quanto si legge in una nota diffusa dai Salesiani in occasione della Giornata missionaria mondiale che si celebra domenica 22 ottobre. La frase “Non ho mai detto che sarebbe stato facile, ma che ne sarebbe valsa la pena”, una delle più famose attribuite a don Giovanni Bosco, “riassume bene – prosegue la nota – il significato di essere un missionario in un altro Paese: tanto lavoro, dedizione, superamento di sé e dei propri timori e persino rischio della vita sono parte della scelta di chi parte per la missione alle genti”. Dall’Africa all’America Latina, dall’Asia all’Europa sono diverse le testimonianze di sacerdoti salesiani, suore delle Figlie di Maria Ausiliatrice, giovani volontari e in formazione, chierici che provenienti da diversi Paesi del mondo, sono protagonisti di un impegno globale. Significative le parole del salesiano guatemalteco Giuseppe Liano, ora missionario a Gjilan, in Kosovo. Quando decise di partire alcuni confratelli gli dissero: “perché andare fuori, se qui abbiamo parecchio lavoro da fare?”. “È vero – risponde – c’è tantissimo da fare, Però è vero anche che la Congregazione nel mondo è una sola e i giovani ci aspettano ovunque e i confratelli pure”. “Se la vigna è del Signore – aggiunge – Lui saprà come distribuire i suoi operai. A noi corrisponde fare ciò che Lui chiede, con l’amore che Lui ci dona, lì dove Lui ci vuole e ci invia”. “Se i primi salesiani non avessero rischiato quello che avevano per andare oltre – conclude – come avremmo noi conosciuto Dio, don Bosco e la nostra vocazione?”.

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