Pavia, manifestazione con fiabe Lgbt: la “disapprovazione” del vescovo Sanguineti. “Si vuole azzerare la differenza sessuale”

Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia

“Come vescovo della comunità credente e cattolica di Pavia ma anche come cittadino italiano che risiede in questo Comune, manifesto la mia disapprovazione per la scelta di inserire l’evento ‘Un arcobaleno di fiabe’, a cura dell’associazione Arcigay Coming-Aut, in una manifestazione dedicata ai giochi. Il mio parere negativo riguarda anche il luogo scelto, ovvero piazza del Carmine. Mi dispiace che il Comune dia il suo sostegno a questo evento, concedendo l’uso della piazza e garantendo anche un patrocinio oneroso”. Così il vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, interviene con un’intervista al settimanale diocesano “Il Ticino” e a Radio Ticino Pavia sulla vicenda legata alla manifestazione in programma domani in piazza del Carmine, nell’ambito di “Giocanda”, che prevede la lettura animata di fiabe Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). “Cosa c’entra in un evento del genere la proposta di favole sul tema Lgbt?”, chiede il vescovo, ricordando che “‘Giocanda 2017’, come nelle precedenti edizioni, proporrà infatti giochi nuovi e antichi che verranno realizzati in diversi luoghi della città”. “L’impressione che ne ricavo – prosegue Sanguineti – è che si approfitti della presenza di famiglie con i bambini, per favorire una proposta educativa che tende ad azzerare la differenza sessuale come un fatto meramente culturale o una scelta opzionale della persona”. “Mi pare – sostiene il vescovo – che ci si stia muovendo nel campo di quella paventata colonizzazione ideologica di cui ha parlato più volte Papa Francesco, o di quella sorta di pensiero unico che si esprime attraverso molte manifestazioni”. Esprimendo la propria contrarietà all’evento, mons. Sanguineti precisa che “non intendo imporre nulla, ma mi faccio voce di un disagio e di una critica rispettosa interpretando penso il pensiero di tanti pavesi, credenti e non credenti”. Oltre a evidenziare che è una “violenza alla realtà voler negare la differenza sessuale, dissociando il gender dal sesso biologico”, il vescovo si rivolge “ai genitori di qualsiasi pensiero o credo religioso: state attenti a non lasciarvi derubare la vostra nativa responsabilità educativa”.

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