Giudici: Borg Barthet (Corte di Giustizia Ue), “devono evitare di prendere il posto del legislatore”

“Ci sono dei limiti che i giudici non devono e non possono oltrepassare. Innanzitutto, devono lasciare il loro ego fuori dalle cause, senza peccare di narcisismo o ambizione, evitando di prendere il posto del legislatore. Il loro dovere è esclusivamente quello di colmare le lacune, senza andare oltre. Soprattutto non devono preoccuparsi se il giudizio popolare verso di loro è positivo o negativo”. Lo ha affermato Anthony Borg Barthet, giudice alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, nel suo intervento all’annuale convegno nazionale del Centro studi Livatino che si è tenuto questo pomeriggio a Roma. A promuovere l’incontro è stato il Centro studi intitolato a Rosario Livatino, magistrato italiano ucciso dalla mafia nel 1990 per le sue inchieste contro i clan. L’obiettivo del convegno è stato fare il punto sul ruolo sociale dei giudici, sempre più spesso sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica. Secondo Borg Barthet, “ci saranno sempre dei casi in cui i giudici verranno accusati di aver superato il limite, avendo imposto il proprio arbitrio personale”: questo è da ricondurre alla “natura umana e fallibile dei giudici, che spesso vengono afflitti dal narcisismo e dal desiderio di diventare popolari e accettati”. Al convegno di oggi era presente anche l’ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, Francisco Javier Borrego Borrego, che ha ricordato come ” i giudici non creano la legge, e troppo spesso si sente dire che essi ‘praticano una interpretazione dinamica delle legge'”. La realtà, è l’opinione di Borrego, è che “non esiste alcuna interpretazione dinamica o statica delle leggi, così come non esiste una democrazia organica o disorganica”.

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