Giovani: Perugia, un convegno sul “lavoro che (non) c’è”

“I giovani sono combattuti tra la fluttuazione dell’io, perché sono dispersi e poi vivono in un mondo scettico, e il desiderio di manifestare le proprie prerogative che si possono riassumere nella parola entusiasmo”. Lo ha detto Dario Eugenio Nicoli, docente di sociologia all’Università Cattolica di Brescia, intervenendo al convegno su “Giovani e il lavoro che (non) c’è”, svoltosi oggi a Perugia e arricchito da non poche testimonianze di giovani che hanno dato vita a realtà produttive di tipo cooperativo, avvalendosi del supporto del “Progetto Policoro” diocesano perugino-pievese e di Confcooperative Umbria, che, insieme all’Ufficio diocesano di pastorale giovanile hanno promosso l’iniziativa. “Solo che sono bloccati per la mancanza di riferimenti, soprattutto di adulti, che possano essere per loro delle guide, e anche dal fatto che nel rapporto con il lavoro, i vecchi canali di inserimento non funzionavano più e occorre costruire dei canali più sensibili”, ha proseguito il relatore. Ai lavori, conclusi da Maurizio Drezzadore, consulente del Ministero del Lavoro, ha partecipato anche Mauro Magatti, docente di sociologia all’Università Cattolica di  Milano, che soffermandosi sul tema della “fuga” dei giovani, in cerca di lavoro, dal nostro Paese, ha affermato: “C’è una generazione, quella dei nostri figli, che rischia di stare in panchina e di dover andare all’estero. C’è bisogno di costruire un patto tra le istituzioni, le generazioni più avanti negli anni, le imprese, il territorio, perché il patrimonio che abbiamo non sia bloccato ma si trovi in modo di rimetterlo in gioco. Questo riguarda tutti noi, che dobbiamo trovare il modo che la nostra eredità non siano solo debiti e problemi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy