Chiesa e disabili: mons. Fisichella (Pcpne), “Dio rivolge la sua Parola a tutti, nessuno escluso”

“Quando Dio parla, la Sua parola si fa uomo e diventa uno di noi. Dio rivolge la sua Parola a tutti, nessuno escluso, ed è Lui a determinarne modi, tempi e forme”. Lo afferma l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (Pcpne), nel suo intervento di apertura, questo pomeriggio a Roma, del convegno internazionale “Catechesi e persone con disabilità: un’attenzione necessaria nella vita quotidiana della Chiesa” (fino al 22 ottobre). “Dio mi sostiene, mi raccoglie in un vincolo di amore e la Sua parola mi chiede anche di sostenere e proteggere – sostiene Fisichella -; è una forza che indipendentemente da me mi trasforma e produce gli effetti che lei desidera”. Una persona, avverte, “può non vedere ma può ascoltare; può non udire ma percepire; può non capire ma può cogliere nell’intimo la Parola di Dio, quella con cui Dio si fa conoscere e con cui si intrattiene con ciascuno”. Per l’arcivescovo “nella misura in cui si esprime la rivelazione si può parlare della fede: il primato appartiene sempre a Dio”. Richiamando la costituzione Dei Verbum, Fisichella osserva: “L’amore di Dio coglie il cuore di ogni persona, la incontra nell’intimo; lì, in quella percezione di essere amati si rivela come una presenza che dà senso a ogni vita”. L’obiettivo della catechesi per le persone disabili è allora “far capire che Dio raggiunge chiunque e trova le forme  per far capire l’amore con cui ama e sostiene qualunque persona”. Di qui il richiamo al n. 46 di Evangelii gaudium, alla cultura dell’incontro. Noi, conclude, “abbiamo la responsabilità di non porre ostacoli e di far sì che la Parola di Dio giunga a tutti”.

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