Chiesa e disabili: Matthews (St. Mary University-Londra), “anch’essi hanno bisogno di salvezza e sono chiamati alla santità”

“In un mondo malato di utilitarismo, dove gli individui vulnerabili possono essere sacrificati per un bene maggiore, il principio del bene comune ci ricorda che tutti viviamo con e per gli altri: se un membro soffre, tutti soffrono”. Così la teologa Pia Matthews, docente alla St. Mary University (Londra), nel suo intervento al convegno internazionale “Catechesi e persone con disabilità: un’attenzione necessaria nella vita quotidiana della Chiesa” che ha preso il via questo pomeriggio a Roma per iniziativa del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione (fino al 20). “In un mondo dove le persone con disabilità sono spesso emarginate o escluse“, prosegue la teologa, il principio di solidarietà “ci ricorda che siamo tutti responsabili di tutti” mentre, di fronte alla cultura dello scarto, “l’opzione per il povero ci ricorda che sono soprattutto i piccolo agli occhi del mondo ad essere specialmente amati da Dio”. Per Matthews, “nella ricchezza delle diversità della famiglia umana, tutti gli esseri sono fatti ad immagine e somiglianza di Dio e sono chiamati a crescere nella sua grazia attraverso una vita in Cristo. Le persone con disabilità sono fragili, ma allo stesso modo di tutti gli altri perché la fragilità è parte della nostra umanità”. Come ogni essere umano, “anch’esse hanno bisogno di salvezza, di nuova evangelizzazione per crescere spiritualmente, e “sono chiamate alla santità, a partecipare alla liturgia e ed occupare il proprio posto nella comunità ecclesiale”. La Chiesa, conclude la teologa, “ha pertanto nei confronti di queste persone gli stessi doveri che ha verso tutti gli altri fedeli: la catechesi è per tutti e per ognuno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy