Chiesa e disabili: Hollins (Commissione tutela minori), “creare un ambiente sicuro e uno spazio di fiducia”

Sheila Hollins, psichiatra e membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori istituita nel 2014 da Papa Francesco, nel suo intervento al convegno internazionale “Catechesi e persone con disabilità: un’attenzione necessaria nella vita quotidiana della Chiesa”, descrive l’attività della Commissione, tra cui le linee guida per tutte le diocesi, gli ordini religiosi e le organizzazioni cattoliche del mondo. “Un minore o un adulto con disabilità cognitive e/o mentali, capacità di comunicazione ridotta e conseguente scarsa credibilità – spiega – è più a rischio abuso di altre persone. È perciò importante creare un ambiente sicuro e stabilire alleanze con le figure di riferimento”. “Quando si sospetta che un minore o un adulto vulnerabile sia in pericolo – aggiunge – dobbiamo contattare immediatamente la polizia. Non dobbiamo allentare la vigilanza perché la maggior parte degli abusi avviene in famiglia o tra conoscenti, insegnanti, sacerdoti, educatori. Inoltre, al minore disabile viene detto che nessuno gli crederà”. Importante “prestare attenzione e ascolto” alle vittime. Il primo passo, spiega Hollins, è “farle sentire accolte e far sì che possano condividere la loro situazione, magari utilizzando immagini che possano spiegare fatti e concetti molto meglio delle parole per aiutarli a capire che cosa sta accadendo nella loro vita, le loro sensazioni ed emozioni”. “Io lavoro con adulti e giovani con disabilità cognitive: hanno bisogno di appartenere, di essere accettati così come sono. Per tutti loro – conclude – occorre creare uno spazio di fiducia, un ambiente sciuro, solo in questo ambito la catechesi avrà successo”.

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