Cattedrali europee: Iannelli (soprintendente aree sisma), “il danneggiamento di un bene culturale è una ferita alla collettività”

“Il danneggiamento di un bene culturale rappresenta, prima ancora che un danno economico, una ferita alla collettività a cui quel bene appartiene e alle generazioni future che rischiano di essere private di quel patrimonio di conoscenza e di cultura che quel bene avrebbe loro trasmesso”: è il pensiero di Paolo Iannelli, soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016, che domani porterà il suo contributo al convegno “Campane e campanili” in corso all’auditorium “Toniolo”, a Pisa in piazza Arcivescovado.
Attesa per domani anche la testimonianza di Sauro Rossi, presidente della fabbriceria della cattedrale di Parma, che racconterà come si è arrivati al restauro della guglia medievale del campanile. Era il 22 ottobre 2009 quando, alle ore 2.29 “un fulmine colpì l’angelo anemografo in rame dorato che svettava sul culmine della guglia della basilica, ad oltre 70 metri di altezza”. Prese così fuoco “la carpenteria lignea di supporto tra la muratura e la cinquecentesca copertura in lastre di rame della cuspide”. Trascorsero “lunghe ore prima che i vigili del Fuoco riuscissero a domare l’incendio a causa dell’altezza del campanile e alla difficoltà di raggiungere il fuoco imprigionato tra rame e muratura”. L’evento calamitoso “mise a nudo un paramento maiolicato, originariamente a fasce bicrome, ma ormai in gran parte alterato dalle trasformazioni degli smalti conseguenti alle alte temperature raggiunte durante l’incendio, di cui si era persa memoria nella conoscenza collettiva cittadina, suscitando un’intensa emozione nella comunità di Parma”. I lavori di restauro iniziarono nell’agosto del 2010. Terminato l’intervento sulla guglia, l’opera di manutenzione è proseguita “negli anni successivi interessando tutto il fusto del campanile duecentesco costituito da facciate in laterizio a vista e materiale lapideo, anch’esse severamente degradate: nel giugno 2015 il campanile è stato finalmente restituito alla città, libero dall’imponente gabbia di ponteggi che lo ha vestito per quasi sei anni”.

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