Alberto L’Abate: don Sacco (Pax Christi), “uno studioso e un militante, ci sentiamo tutti più poveri”

“Come Pax Christi Italia condividiamo il dolore per la morte di un altro grande amico, compagno di viaggio e di impegno per la pace e la nonviolenza”. Così don Renato Sacco, coordinatore nazionale di Pax Christi, saluta Alberto L’Abate, il sociologo italiano impegnato nella ricerca per la pace e la nonviolenza morto ieri, a Firenze, a 86 anni. Era “uno studioso e un militante”, ricorda don Sacco, aggiungendo che “come spesso diciamo in questi momenti, ci sentiamo tutti più poveri”. In uno scritto pubblicato sul sito web www.mosaicodipace.it in “Mosaico dei giorni”, don Tonio Dall’Olio, per molti anni coordinatore nazionale di Pax Christi e attuale presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, afferma che “con Alberto L’Abate la nonviolenza italiana perde un polmone”. “Perché – spiega – ben oltre il suo rigoroso impegno di studio e insegnamento universitario di sociologia dell’organizzazione, Alberto si è lasciato letteralmente assorbire da mille incontri, convegni, iniziative, … abbracci in giro per l’Italia”. “A lui – prosegue Dell’Olio – va riconosciuta pienamente quella capacità rara di unire insieme teoria e pratica, studio e militanza”. “In quegli inspiegabili cortocircuiti della vita – conclude – avviene anche che Alberto sia morto il 19 ottobre, lo stesso giorno in cui nel 1968 moriva Aldo Capitini, di cui Alberto L’Abate era stato amico e collaboratore”.

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