Papa a Bologna: messa al Dall’Ara, no a “ipocrisia, clericalismo, distacco della gente”

1 ottobre: visita pastorale di Papa Francesco a Cesena e a Bologna, Santa Messa allo Stadio Dall’Ara (Foto L'Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR)

“Noi non siamo sempre pronti a dire sì con le parole e le opere, perché siamo peccatori. Ma possiamo scegliere se essere peccatori in cammino, che restano in ascolto del Signore e quando cadono si pentono e si rialzano; oppure peccatori seduti, pronti a giustificarsi sempre e solo a parole secondo quello che conviene”. Così il Papa, nella Messa di ieri allo Stadio Dall’Ara, momento conclusivo del suo viaggio a Cesena e Bologna, al quale hanno partecipato 40mila persone, ha spiegato le letture del giorno, nella prima Domenica della Parola Celebrata nella diocesi, a conclusione del Congresso eucaristico. “Non esiste una vita cristiana fatta a tavolino, scientificamente costruita, dove basta adempiere qualche dettame per acquietarsi la coscienza”, ha ammonito Francesco: “La vita cristiana è un cammino umile di una coscienza mai rigida e sempre in rapporto con Dio, che sa pentirsi e affidarsi a lui nelle sue povertà, senza mai presumere di bastare a sé stessa. Così si superano le edizioni rivedute e aggiornate di quel male antico, denunciato da Gesù nella parabola: l’ipocrisia, la doppiezza di vita, il clericalismo che si accompagna al legalismo, il distacco dalla gente. La parola chiave è pentirsi: è il pentimento che permette di non irrigidirsi, di trasformare i no a Dio in sì, e i sì al peccato in no per amore del Signore”. “Nel cammino di ciascuno ci sono due strade”, ha sintetizzato il Papa: “Essere peccatori pentiti o peccatori ipocriti”.

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