Papa a Bologna: all’hub regionale, “l’integrazione inizia con la conoscenza”, no a “distorsioni o sfruttamenti”

“Il fenomeno richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e strutture, meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancora più inaccettabili perché fatti sui poveri”. Sono le parole dedicate dal Papa alla questione dell’immigrazione, nella prima tappa della sua visita di ieri a Bologna: l’hub regionale di via Mattei, dove è stato accolto da un migliaio di ospiti della struttura, che Francesco ha salutato uno ad uno, percorrendo a piedi il piazzale fino a raggiungere la pedana predisposta per l’incontro. “Credo davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all’accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili, per evitare attese insopportabili e tempi persi che possono illudere”, l’appello: “L’integrazione inizia con la conoscenza. Il contatto con l’altro porta a scoprire il segreto che ognuno porta con sé e anche il dono che rappresenta, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi, imparando così a volergli bene e vincendo la paura, aiutandolo ad inserirsi nella nuova comunità che lo accoglie”. “Ognuno di voi ha la propria storia”, ha proseguito il Papa: “E questa storia è qualcosa di sacro, dobbiamo rispettarla, accettarla, accoglierla e aiutare ad andare avanti. Alcuni di voi sono minorenni: questi ragazzi e ragazze hanno un particolare bisogno di tenerezza e hanno diritto alla protezione, che preveda programmi di custodia temporanea o di affidamento”. “Questo è il ‘porto’ di approdo di coloro che vengono da più lontano e con sacrifici che a volte non riuscite nemmeno a raccontare”, ha esordito Francesco: “Molti non vi conoscono e hanno paura. Questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Ma non è così. Si vede bene solo con la vicinanza che dà la misericordia. Senza questa, l’altro resta un estraneo, addirittura un nemico, e non può diventare il mio prossimo. Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Se guardiamo il prossimo senza misericordia, non ci rendiamo conto della sua sofferenza, dei suoi problemi. E se guardiamo il prossimo senza misericordia, rischiamo che anche Dio ci guardi senza misericordia”. “Oggi vedo solo tanta voglia di amicizia e di aiuto”, ha detto il Papa ringraziando le istituzioni e tutti i volontari” per l’attenzione e l’impegno nel prendersi cura” dei richiedenti asilo.

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