L’Osservatore Romano: dedicato allo stupro come tortura il mensile di ottobre “Donne Chiesa Mondo”

“Sta finalmente emergendo all’attenzione e alla coscienza del mondo il fenomeno dello stupro continuato e sistematico a cui sono sottoposti donne e bambini migranti”, ma “l’attenzione è tuttora troppo debole, non si prendono provvedimenti né giuridici né medici per farvi fronte”. “Equiparare giuridicamente lo stupro sistematico attuato su donne (e bambini) migranti alla tortura consentirebbe” invece “di affrontare il problema a livello internazionale, e non solo nazionale, con possibilità di intervento assai maggiori, e quindi di prevedere protocolli di riabilitazione ad hoc”. Lo scrive Anna Foa nell’editoriale del numero di ottobre di “Donne Chiesa Mondo”, il mensile de “L’Osservatore Romano”, dedicato allo “Stupro come tortura”. L’empatia e la pietà non bastano: “Bisogna fermare i torturatori, e trovare gli strumenti giuridici per farlo nel modo più rapido ed efficace costituisce il primo passo”. Nell’inserto le lucide, coraggiose e agghiaccianti testimonianze di due vittime, le giovani africane Blessing e Fatima. Maria Stella D’Andrea,  medico legale e criminologo clinico, sottolinea l’importanza di dare tempo, ascolto, vicinanza a queste donne che “hanno smarrito la loro essenza più intima, il loro tesoro più prezioso: la loro umanità” e “trascinano un corpo distrutto dal dolore e una mente frantumata in mille frammenti. Sono donne avvilite, a cui sono state rubate la femminilità e la speranza”. Per gli avvocati Nicola Canestrini e Giuseppe Sambataro, per dire basta all’impunità occorre “(ri)affermare per la violenza contro le donne una ‘giurisdizione universale’, principio valido per gravi crimini contro l’umanità, che consente a qualsiasi stato di punirne il responsabile a prescindere da dove sia stato commesso l’atto e da che nazionalità hanno reo e vittima, derogando così al tradizionale principio di territorialità”.

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