Giornata memoria vittime immigrazione: p. Borin (Scalabriniani), serve “una logica sempre più di inclusione”

Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione carica di migranti affondava a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa portando con sé 368 persone, tra donne, uomini e bambini. Una tragedia che si è ripetuta nel tempo, con numeri anche più alti che hanno spinto a indire ufficialmente, a partire dal 2016, la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione” proprio in quella data infausta. “È un fare memoria, tutti insieme, istituzioni, società civile, gente comune, quanti hanno a cuore la sorte di così tanti fratelli e sorelle, riportando davanti agli occhi quanto accade ormai quotidianamente e da anni, nel silenzio narcotizzato da interessi faziosi”, afferma padre Gianni Borin, superiore dei missionari scalabriniani al servizio di migranti e rifugiati in Europa ed Africa. Questa Giornata della memoria e dell’accoglienza deve essere per padre Borin, “un’occasione per alzare l’attenzione anche a livello di proposte serie e durature nella gestione plausibile del fenomeno, in una logica sempre più di inclusione di chi arriva e non di esclusione a priori”.
Gli fa eco il confratello padre Fabio Baggio, sotto-segretario della sezione migranti e profughi del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, il quale, in occasione dell’incontro di Papa Francesco con la delegazione dell’Anci, ricevuta lo scorso sabato 30 settembre, ha evidenziato come “integrare significa avviare processi di inclusione tesi alla costruzione di società plurali e coese, arricchite – e non impoverite – dalle differenze. Le preoccupazioni di oggi non devono intaccare la vostra capacità di guardare lontano. I nuovi arrivati sono chiamati a contribuire responsabilmente allo sviluppo della società che li ha accolti, approfittando di tutti gli spazi di partecipazione che vengono assicurati, in vista di una cittadinanza attiva che va ben oltre il possesso di un passaporto”.
Durante questo giorno la congregazione scalabriniana si unirà al ricordo di tutti i migranti morti nel Mediterraneo, ma anche su altre frontiere del mondo, sempre nel tentativo che accomuna tutti loro di fuggire da persecuzioni, da guerre, da povertà.

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