Giornata memoria vittime immigrazione: Chiavacci (Arci), “importante sul piano simbolico e culturale, ma scelte Italia e Ue non sono coerenti”

“L’impegno di tutti e tutte deve essere quello di fare del 3 ottobre un giorno di riflessione e d’impegno, soprattutto nelle scuole. Per offrire un’occasione a bambine e bambini, ragazze e ragazzi di capire e di crescere in un mondo che non sia solo caratterizzato da egoismo e violenza. È uno spiraglio, una possibilità di contribuire a costruire la solidarietà che manca, che spieghi che quelle persone morte hanno un nome e una storia, che sono loro che avremmo dovuto proteggere, non i confini”. Lo afferma Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci, in occasione della Giornata della memoria delle vittime dell’immigrazione, che si celebra domani. “Una legge, quella sul 3 ottobre – sottolinea -, sicuramente importante sul piano simbolico e culturale, rispetto alla quale però le scelte recenti del governo italiano e della Ue non sono state per nulla coerenti”. “Gli accordi prima con la Turchia, poi con la Libia e con i paesi di origine e transito dei migranti – osserva la presidente nazionale dell’Arci – hanno ridotto notevolmente i flussi migratori, scambiando quantità ingenti di denaro in cambio del blocco dei migranti. Questo senza preoccuparsi delle condizioni di degrado in cui vengono tenute le persone fermate o intercettate. Torture, stupri, violenze di ogni tipo sono quotidianamente consumate in veri e propri centri-lager, gestiti spesso da quelle stesse bande armate che speculavano sul traffico di esseri umani”. Per Chiavacci, “una vergogna, un imbarbarimento che mette a rischio la stessa civiltà del nostro continente”. In questo clima, “persino provvedimenti su cui tante forze politiche, oltre a gran parte delle organizzazioni sociali, si erano impegnate non vedono la luce. Ci riferiamo alla legge di riforma della cittadinanza, attesa da anni da quegli 800mila ragazze e ragazzi di origine straniera, nati o vissuti in Italia, italiani di fatto ma non di diritto”. Per chiedere l’introduzione dello ius soli nella nostra legislazione domani 3 ottobre “l’Arci sarà davanti a molte scuole in tutta Italia, dove studiano e convivono alunni e alunne originari/e di Paesi diversi. Da lì bisogna ricominciare una battaglia culturale, per l’uguaglianza e i diritti di tutti e tutte. Per un mondo in cui non ci siano ‘stranieri’”.

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