Cinema: mons. Viganò (SpC), “straordinario veicolo di prossimità”. “Segnali positivi nella ricostruzione del dialogo con la Chiesa”

“La strada da percorrere per ricostruire il ponte del dialogo tra la Chiesa e il mondo delle arti, compresa la settima arte, è ancora lunga, ma i segnali positivi non mancano da entrambe le parti. Lo dimostrano i numerosi incontri tra papa Francesco e il mondo del cinema (quelli recenti con Martin Scorsese o con Leonardo Di Caprio) e il varo di importanti progetti cinematografici come quello di Wim Wenders annunciato recentemente a Cannes”. È un passaggio conclusivo dell’intervento di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, all’inaugurazione, questo pomeriggio a Milano, della mostra fotografica “Papi in soggettiva. I pontefici, il cinema, l’immaginario”, realizzata da Fondazione Ente dello Spettacolo con il patrocinio, fra gli altri, della stessa Segreteria, del ministero dei Beni culturali, dell’Ufficio nazionale Cei per le comunicazioni sociali, della diocesi di Milano. Concludendo un excursus del rapporto tra cinema e pontefici, a partire da Leone XIII, Viganò sottolinea che Francesco “non manca mai di manifestare il suo amore per il cinema” e lo dimostra nei frequenti richiami, diretti o indiretti, a “La Strada di Fellini”, o ancora con la sua preferenza verso il cinema neorealista: “È il caso, ad esempio, dell’accenno a ‘I bambini ci guardano’ di De Sica fatto qui a Milano nel marzo scorso nell’ambito del discorso di S. Siro ai cresimandi e ai loro genitori. Film che il pontefice invita a rivedere, costituendo, secondo le sue parole, una ‘vera catechesi di umanità'”. Parole queste, conclude Viganò, che “paiono indicare il senso di un’evoluzione tra la Chiesa e il cinema e tra i papi e il cinema: colto e compreso in questo senso il cinema si presta ad essere uno straordinario veicolo di prossimità. Quella prossimità che ‘cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa’”.

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