Rohingya: Save the children, “nei campi per sfollati migliaia di bambini a grave rischio abusi e sfruttamento”

“Migliaia di bambini Rohingya fuggiti in Bangladesh sono a forte rischio di abusi e sfruttamento a causa delle precarie condizioni in cui vivono in campi e insediamenti informali sovraffollati, dell’impossibilità di studiare e andare a scuola e del clima di disperazione diffuso tra la popolazione in fuga dal Myanmar”. Lo denuncia oggi Save the children, spiegando che “più di 450mila bambini in età scolare appartenenti alla comunità Rohingya risultano attualmente tagliati fuori dall’educazione, e di conseguenza esclusi da uno dei principali meccanismi per assicurare la loro protezione”. “Tra loro – si legge in una nota – anche 270mila minori giunti in Bangladesh in seguito alle uccisioni e alle violenze scoppiate il 25 agosto scorso nel nord dello Stato del Rakhine, in Myanmar”. “Nei campi ci sono enormi preoccupazioni circa la protezione dei bambini”, afferma Filippo Ungaro, direttore della comunicazione di Save the children. “In tantissimi – prosegue – vagano affamati e disperati in aree affollate e caotiche dove potrebbe accadere loro di tutto. Potremmo presto trovarci di fronte a un vero e proprio disastro” perché “bambini che hanno già vissuto sulla propria pelle esperienze alle quali nessun bambino al mondo dovrebbe assistere rischiano fortemente di essere vittime di varie forme di sfruttamento, come traffico, abusi sessuali e lavoro minorile”. “Molte delle reti sociali che proteggevano i bambini in Myanmar non si sono ancora formate nei campi e questo contribuisce a porli a forte rischio”, aggiunge Ungaro. Tra le preoccupazioni principali, l’alto numero di minori non accompagnati: “Abbiamo già individuato più di 1.200 bambini che durante il caos della fuga sono rimasti separati dai propri genitori o che sono arrivati in Bangladesh da soli, spesso perché i loro familiari sono stati uccisi”. “I bambini che non hanno più nessuno che si possa prendere cura di loro sono i più vulnerabili e noi abbiamo il dovere di offrire loro la protezione di cui hanno bisogno. Crediamo che vi siano altre migliaia di minori in questa situazione”, conclude Ungaro.

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