Polonia: Amnesty, “represse le proteste pacifiche, cercano di instillare la paura”

Il governo polacco “reprime le proteste pacifiche con l’evidente proposito di disincentivarne altre”. È l’accusa di Amnesty international in un rapporto diffuso oggi, intitolato “In strada a difendere i diritti umani”. Il rapporto dettaglia le varie tecniche usate dalle autorità, come la sorveglianza, le intimidazioni e i procedimenti giudiziari, sia per disperdere che per impedire le proteste di massa. Dal 2016 – informa Amnesty – migliaia di persone sono scese in strada per protestare in modo pacifico contro una serie di leggi repressive, tra cui quelle sui diritti delle donne. Nel luglio 2017 migliaia di persone in oltre 50 città polacche hanno preso parte alle manifestazioni contro la proposta di legge del governo che avrebbe messo a rischio l’indipendenza dei giudici. Il governo ha reagito con una serie di azioni di polizia che hanno ostacolato lo svolgimento delle proteste. Oltre all’impiego di tattiche pesanti da parte della polizia, nuove leggi continuano a imporre limitazioni al diritto di manifestazione pacifica. Nel dicembre 2016 il Parlamento polacco ha adottato una restrittiva legge sui raduni, che privilegia le “manifestazioni cicliche”, ovvero quelle curate dai medesimi organizzatori e che si svolgono nello stesso luogo più volte all’anno. Nel 2017 le autorità hanno favorito lo svolgimento di raduni mensili di sostenitori del governo a scapito di altre richieste di manifestare pacificamente. “Mentre il governo continua a rafforzare il controllo sul sistema giudiziario, la resistenza popolare continua a crescere. Le autorità cercano in tutti i modi di bloccare le proteste: la polizia sorveglia, minaccia e avvia persino procedimenti giudiziari nei confronti dei manifestanti, anche per il semplice fatto di aver preso la parola in pubblico – ha dichiarato Barbora Černušáková, ricercatrice di Amnesty sulla Polonia -. Sia le Nazioni Unite sia l’Unione europea hanno rapidamente riconosciuto che il veto del presidente alla legge che avrebbe demolito l’indipendenza della magistratura era arrivato soprattutto a seguito delle proteste di massa. Ora questi manifestanti hanno bisogno del sostegno della comunità internazionale per continuare a portare avanti la loro lotta”. “Il governo polacco sta cercando di instillare la paura in coloro che vogliono manifestare pacificamente”, ha commentato Černušáková.

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