Elezioni: Ac Sicilia, lettera aperta ai candidati alla presidenza della Regione

“Sogniamo e vogliamo una Sicilia che con convinzione e determinazione dica NO alla mafia, all’illegalità, alla corruzione, alla criminalità. Una Sicilia onesta e libera, figlia degli ideali difesi da Falcone, Borsellino, don Puglisi, Livatino, Giuliano e da tutti coloro che hanno lottato e lottano per liberarla dal marcio che la rovina”. È quanto si legge in una lettera aperta del settore giovani di Azione Cattolica ai candidati della presidenza della Regione Sicilia. “Sogniamo una Sicilia fatta da persone, che non operino solo per il proprio interesse ma per il bene di tutti e delle generazioni future: donne e uomini che si prendano cura di questa terra con responsabilità e dedizione, che non si arrendano allo stato delle cose, ma lottino per cambiarlo”, scrivono i giovani delle diciotto diocesi della regione nella lettera, presentata al Consiglio regionale di Ac riunitosi a Pergusa lo scorso 14 e 15 ottobre, in vista delle elezioni del 5 novembre. “Tutto ciò può nascere solo creando interesse e promuovendo Cultura”, sostengono i firmatari della missiva: “Valorizziamo le scuole e le università, rendiamo la formazione accessibile a tutti, utilizziamo a vantaggio del domani le proposte che oggi offrono le nostre istituzioni scolastiche: creiamo rete tra gli enti di formazione e il mondo del lavoro, rendiamo più efficaci i progetti di scuola-lavoro offrendo ai ragazzi una vasta gamma di settori per poter scegliere di fare esperienza di ciò che sentono più vicino alla propria scelta futura, proponiamo ambienti competitivi ma sani, stimolanti, propositivi”. Ambiente e servizi, i due ambiti di criticità citati per primi nella lettera, che in positivo chiede invece di ripartire dal turismo, in una terra come la Sicilia che “è un museo a cielo aperto” e di sostenere lo spirito imprenditoriale, “promuovendo l’occupazione giovanile e femminile spesso penalizzata”. Per superare il disinteresse dei giovani alla politica, i giovani di Ac chiedono ai destinatari delle lettera aperta di creare “momenti di confronto, di formazione, un contatto diretto tra il governo e i cittadini” e di raggiungere i giovani “nei loro luoghi”.

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