Elezioni in Kenya: i vescovi, “il disordine elettorale ha peggiorato i problemi, avviare un dialogo”

“Noi chiediamo la fine di questa situazione di abbandono e di trascuratezza della vita e dei problemi della popolazione”: lo affermano i vescovi del Kenya in una nota inviata a Fides che fa riferimento alla grave crisi politica in atto dopo l’annullamento delle elezioni presidenziali dell’8 agosto, che avevano visto la riconferma del presidente uscente Uhuru Kenyatta. In attesa delle nuove elezioni del 26 ottobre i vescovi descrivono una situazione molto difficile, visto che “l’ininterrotto disordine elettorale ha peggiorato le condizioni economiche e sociali della popolazione”. “Il nostro Paese – scrivono – è sempre più diviso in termini politici ed etnici; i nostri studenti vivono nell’ansia costante per lo svolgimento o meno dei loro esami; si ha paura di mettersi in viaggio a causa delle dimostrazioni. Durante le dimostrazioni di massa lungo le strade, i cittadini vivono nella paura di soffrire le conseguenze dei gas lacrimogeni o di essere colpiti o violentati e di subire il saccheggio delle proprietà. Milioni di keniani soffrono a causa della prolungata siccità in alcune zone del nostro Paese. I nostri infermieri e gli operatori sanitari sono ancora in sciopero e i pazienti soffrono in tutta la nazione, lo stato dell’economia sta peggiorando e rimane non governata”. Secondo i vescovi la crisi politica “può essere un’opportunità per avviare un dialogo sincero sui problemi irrisolti del Paese”. Lanciano perciò un appello al presidente Kenyatta, al principale esponente dell’opposizione, Raila Odinga, e alle loro rispettive coalizioni, a proseguire sulla strada del dialogo nazionale. Odinga non ha ancora ufficializzato l’annunciato ritiro della sua candidatura dalle elezioni del 26 ottobre, per protesta per il mancato accoglimento della richiesta di un rimpasto della Commissione elettorale indipendente (Iebc). Una delle principali responsabili della Iebc, Roselyn Akombe, si è dimessa oggi affermando che questo organismo non è in grado di assicurare un voto credibile il 26 ottobre.

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