(Bruxelles) L’ormai tradizionale lettera che il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, invia ai leader Ue alla vigilia del summit (19-20 ottobre), questa volta cambia senso e toni. Non solo un elenco di argomenti all’ordine del giorno con il dettaglio di orari, riunioni e cene di lavoro, ma un vero e proprio cronoprogramma che porta alla metà del 2019, cioè oltre il Brexit e alle elezioni del Parlamento europeo. Nella sua missiva, in inglese, Tusk scrive che occorre dare stabilità e sicurezza all’Unione e far fronte alla distanza fra i cittadini e il progetto europeo, rilanciando l’integrazione politica così da rintuzzare i particolarismi che hanno seguito in tutto il continente. Un testo impegnativo, che passa dal fissare tre principi: “dobbiamo concentrarci sulle soluzioni pratiche ai veri problemi dei cittadini dell’Unione”; “dovremmo procedere passo dopo passo”; “dobbiamo preservare l’unità che siamo riusciti a sviluppare nel corso dell’ultimo anno”. Qui arriva l’indicazione delle “due velocità”, per superare lo stallo in cui si trova l’Unione: “Serve un approccio che non impedisca ai governi di andare avanti in aree specifiche pur lasciando la porta aperta a chi si vorrà unire successivamente. L’unità non può essere una scusa per la stagnazione”.