Missioni: mons. Capelli (Gizo-Isole Salomone), “da noi la gente si mobilita per la gente”

“Da noi non è la Chiesa che ha una missione, ma è la missione che ha la Chiesa”. Mons. Luciano Capelli, vescovo di Gizo, racconta così la realtà della sua diocesi nelle Isole Salomone, in Oceania. Una diocesi dove i cattolici si trovano su 350 isole diverse e rappresentano il 10% della popolazione, per un totale di 15mila credenti. Il salesiano bergamasco è soprannominato il “vescovo volante”, perché copre le enormi distanze fra le sue comunità con un piccolo ultraleggero anfibio, acquistato grazie all’aiuto della Conferenza episcopale italiana. “Ad affliggere la popolazione delle Isole Salomone sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto – racconta a ‘La Difesa del Popolo’, settimanale della diocesi di Padova con cui ha avviato una collaborazione -. Oggi il problema vero è l’innalzamento dell’oceano. In molte isole si vede la lotta contro l’acqua: gli abitanti alzano muri di legno per salvare le proprie case. Ma il riscaldamento dei mari mina la pesca. L’appello di Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, dedicata alla cura della casa comune, qui è quanto mai pressante”. Una collaborazione è stata stretta tra la diocesi di Padova e quella di Gizo, che ha ricevuto aiuti concreti. Il centro missionario patavino ha sostenuto prima la creazione di un ponte radio, che permettesse contatti frequenti con le zone più remote della diocesi, sia per le comunicazioni sia per momenti formativi. A ciò si è aggiunta la barca dedicata a sant’Antonio, necessaria per collegare le isole più vicine. Infine, una barca-ospedale entrata in servizio un mese fa. La diocesi di Gizo si occupa anche di 17 scuole materne e due corsi di formazione, dove trovano accoglienza i molti giovani scartati da un sistema scolastico troppo selettivo, che ammette solo il 2 per cento al liceo. E poi c’è il versante sanitario con due ospedali. “Il sogno rimane quello di continuare a formare persone consapevoli della loro vita di fede e competenti nella gestione delle strutture della diocesi. Il Vangelo passa da qui – sostiene mons. Capelli –. La nostra forza, però, sono i catechisti, le vere guide delle comunità, che da noi sono ancora completamente legate al villaggio di appartenenza, dove spesso l’uomo bianco non ha mai messo piede. I catechisti con i leader della preghiera e i ministri straordinari formano dei gruppi di laici impegnati. È la gente che si mobilità per la gente”.

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